CAFONI? LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DE LUCA –

Apostrofato con il termine di Cafone dal Governatore De Luca , il Presidente dell’Associazione Senegalesi di Salerno Daouda Niang, replica con una lettera a lui indirizzata. Se per il Presidente della Regione l’utilizzo del termine “cafone” è ormai uno sfogo che rientra abitualmente nel suo vocabolario, per il Niang è un’offesa.

De Luca sui mercatini etnici: “Decide il Comune, non gruppi esagitati”
L’esternazione di De Luca a distanza all’indirizzo di Niang risale a sabato pomeriggio a margine dell’inaugurazione del nuovo Embarcadero quando il governatore commentando la questione dei mercatini etinici a Salerno fece un paragone tra il rappresentante precedente della comunità dei senegalesi a Salerno era Amadou, una persona civile e amica, con parlavamo e con cui c’era rispetto ed il nuovo rappresentante Daouda Niang che è un po’ cafone ed è anche un po’ violento e prentende di decidere dove fare il commercio ambulante””Le decisioni le prendono le istituzioni  disse De Luca precisando che si parla, si dialoga, con grande rispetto,

Nella lettera il rappresentante dei senegalesi precisa che la comunità da lui diretta non ha capi perché non dirigiamo alcuna istituzione.

A chi si riferisce quando parla dei Cafoni scrive il rappresentante della comunità senegalese. Cafone è chi giudica una persona senza conoscerla. Se solo mi conoscesse meglio, saprebbe che vivo in Italia da più di 17 anni e non ho mai avuto niente a che fare con la violenza di cui lei parla.

Cafone è chi si nasconde dietro degli incapaci che ci stanno togliendo un diritto costituzionale: il diritto al lavoro. Proprio a noi che viviamo in questa città da più di 30 anni. Cafone è chi toglie lavoro ai poveri ambulanti preferendo un parcheggio per pochi ricchi.

Cafone è chi non riconosce la democrazia interna e l’autodeterminazione della nostra comunità che alterna i suoi presidenti. Cafone è chi non sa che governare vuol dire confronto e accordo tra le parti. Il cafone è chi non ha persone responsabili al suo fianco che hanno fatto fallire 3 mercatini etnici: Io non voglio essere amico di chi esclude il confronto intellettuale.

Cafone è chi non sa che viviamo da più di 30 anni a Salerno, città che amiamo più di lei caro presidente. Una città che rispettiamo più di chiunque, siccome nessuno di noi ha mai venduto droga ai suoi figli, nessuno di noi ha mai rubato, nessuno di noi ha mai chiesto elemosina, nessuno di noi ha mai fatto male a nessuno.

Il cafone è chi non sa che rispettiamo questa città e vogliamo organizzarci per lavorare legalmente e dignitosamente senza nessun abusivismo.

Cafone è chi non sa che Salerno è la casa di chi vive la città e non è la proprietà di nessuno: A casa sua non busseremo mai alla porta.

Cafone è chi non sa che le manifestazioni pacifiche sono parte integrante della democrazia.

Cafone è chi non sa che Salerno è la casa di chi vive la città e non è la proprietà di nessuno: A casa sua non busseremo mai alla porta.

Cafone è chi si circonda di persone maleducate che ci hanno chiamati ‘negri di merda’ giudicandoci per il colore della nostra pelle. Questa Salerno non è quella che conosciamo.

I salernitani sono bravi, rispettosi e Accoglienti: non offendono nessuno per il colore della pelle né della religione. Noi rispettiamo Salerno e i suoi cittadini e li rispetteremo per sempre.

Autore dell'articolo: Barbara Albero