COMIZIO SALVINI, GABRIELLI CHIEDE VERIFICHE AL QUESTORE –

«Stiamo attraversando un momento particolare nella vita del Paese, vigilia di un appuntamento elettorale importante e caratterizzato da qualche tensione politica. Proprio per questo credo sia interesse di tutti non contribuire ad alimentarle, né coinvolgere nelle dispute quotidiane istituzioni di garanzia come la nostra, tirandole da una parte o dall’altra». Il capo della polizia Franco Gabrielli è consapevole del rischio che la struttura da lui guidata, alle dirette dipendenze di un ministro dell’Interno come Matteo Salvini divenuto uno dei maggiori protagonisti delle tensioni quotidiane, venga trascinata nelle polemiche. E se ne vuole sottrarre: «Noi siamo la polizia di Stato, non una polizia privata al servizio di questo o quel

ministro». E’ quanto ha dichiarato il capo della polizia Franco Gabrielli, in un’intervista al Corriere della Sera facendo riferimento anche allo striscione contro la Lega rimosso a Salerno, con la polizia che entra in una casa privata, che però ha dato un segnale diverso.
«Si sbaglia, ha dichiarato Gabrielli. Ci sono decine di precedenti a tutela di esponenti politici di tutti i governi del passato, in cui sono stati tolti striscioni o simboli che potevano provocare turbative durante le manifestazioni di partito. Per i comizi elettorali c’è addirittura una norma posta a garanzia del loro svolgimento senza provocazioni di sorta».
“Mi pare che in questi giorni non ci sia comizio di Salvini senza contestazioni, e non mi risulta si sia impedito di manifestare – aggiunge -. Ma quando si verificano situazioni di potenziale turbativa, spetta al funzionario in strada fare le valutazioni del caso ed evitare che possano provocare conseguenze”. Questione diversa quella del telefonino sequestrato a Salerno alla ragazza che si e’ ripresa con Salvini mentre lo apostrofava sui “terroni”: “Dopo aver visto quel video – spiega Gabrielli – ho valutato che potessero esserci profili di illiceita’ nel comportamento dei poliziotti, e ho dato disposizione al questore di Salero e all’ufficio ispettivo di avviare accertamenti, attivando una procedura disciplinare. Vedremo quale sara’ l’esito, ma l’ho fatto prima che alla polizia venissero mosse accuse false e fuori luogo. Io non ho il potere di censurare l’azione del ministro. Se ravviso comportamenti scorretti dei miei uomini agisco di conseguenza. Senza attendere le reprimende di chicchessia”.
Il riferimento e’ al tweet di Roberto Saviano sulla polizia ridotta a servizio d’ordine di un partito? “Si e’ trattato di accuse ingiuste e ingenerose, perche’ coinvolgono la polizia in una polemica politica che non ci appartiene – risponde Gabrielli -. Io come vertice di questa amministrazione posso provare fastidio e preoccupazione quando il ministro dell’Interno viene definito ‘ministro della Malavita’, ma non mi sono mai permesso di interloquire. Se pero’ la mia amministrazione viene chiamata in causa con affermazioni false, ho il dovere, oltre che il diritto, di reagire e di chiedere rispetto”.

Autore dell'articolo: Barbara Albero