“COSTA D’AMALFI”: ROMBANO I MOTORI! –

L’iter, quanto mai tortuoso e complesso, può ormai considerarsi concluso. Le carte sono a posto, la burocrazia ha fatto il suo percorso, ora c’è da passare ai fatti. Si intravede finalmente la luce alla fine del tunnel; l’aeroporto di Salerno-Pontecagnano, mai come in questo momento, sembra essere ad un passo dalla concretizzazione. A Roma l’ultimo e definitivo passaggio ovvero l’ approvazione del progetto definitivo relativo agli interventi per lo sviluppo dello scalo, comunicazione formalmente fatta direttamente dal direttore generale dell’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, al Ministero delle Infrastrutture e

dei Trasporti, il MISE, e già arrivata a destinazione sul territorio salernitano. Tecnicamente significa che potrà partire la gara per la pubblicazione del bando di gara e l’affidamento dei lavori infrastrutturali. Prima ancora, andando a ritroso, c’era stata sempre presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la conferenza dei servizi alla presenza dei comuni interessati per l’approvazione del Master Plan di breve e medio termine per gli interventi infrastrutturali di adeguamento e ampliamento della pista, e prima ancora, esattamente un anno fa, a Napoli, l’ok del Cda di Gesac, la società che gestisce l’aeroporto di Capodichino, al progetto di fusione con lo scalo di Salerno-Costa d’Amalfi. In quell’occasione, passaggio di fondamentale importanza forse mai troppo evidenziato, Il Consiglio di amministrazione, aveva dato mandato all’amministratore unico di Gesac, di battere tutte le strade per portare a casa il risultato ritenuto di fondamentale importanza per il futuro della società che gestisce mirabilmente l’aeroporto di Capodichino. Completata la parte amministrativa relativa alla fusione societaria, dal punto di vista organizzativo e operativo, bisognava solo attendere il completamento dell’iter a Roma (avvenuto ieri ndr) così da permettere al Costa d’Amalfi l’allungamento della pista fino a 2 chilometri e 200 metri, per consentire anche agli aerei di maggiori dimensioni di poter atterrare, condizione necessaria perchè il Costa diventi strategico, funzionale e non più, semplicente, un mega palco dove fare passerella politica.

Autore dell'articolo: Marcello Festa