DA BUNKER A GRUVIERA. L’INVOLUZIONE DELLA DIFESA

Prima era capace di rispedire al mittente qualsiasi attacco del torneo cadetto, oggi viene trafitta con la triste media di tre gol a partita negli ultimi 180’. La difesa granata finisce sotto accusa. Difficile comprendere le ragioni che hanno portato la Salernitana a subire addirittura 6 reti nelle ultime due giornate: prima l’iniziale débâcle del Tombolato di Cittadella e poi il definitivo crollo all’Arechi contro l’ex Donnarumma. Centottanta minuti a dir poco traumatici, come non accadeva da molto tempo. L’ultima volta al termine del girone di andata della scorsa stagione quando tra la gara interna con il Foggia e la trasferta di Palermo l’epilogo fu esattamente lo stesso. Quasi un anno dopo riecco quindi lo stesso problema, che si spera possa rimanere un semplice caso isolato.

A Colantuono il compito di provare a rimettere ogni cosa al proprio posto e ritrovare immediatamente quella compattezza che tanto aveva fatto la differenza nella primissima parte del campionato. Ma nonostante il recente crollo, oggi la Salernitana continua a essere una delle squadre meno perforate. Sono soltanto 17 i gol subiti da Schiavi e compagni in quindici partite giocate, un dato che è stato costruito con merito e che risultata essere inferiore soltanto a quelli del Verona, dell’Ascoli e del Venezia (15), del Palermo (11), della Cremonese (10) e del Cittadella (9).

Lunedì scorso si è interrotta la lunga striscia risultati utili casalinghi di questa stagione, impedendo alla Salernitana di eguagliare il record di vittorie consecutive ottenute davanti al proprio pubblico nel corso della gestione Lotito/Mezzaroma. Un record che resta così in possesso della squadra di Menichini che nel campionato 2014-15, quello della promozione in B, mise in fila cinque vittorie tra la 12esima e la 21esima giornata di Lega Pro. In attesa di riaprire un nuovo ciclo vincente all’Arechi, è necessario prima di tutto ritrovare la compattezza svanita di recente. Partendo dalla trasferta di Carpi.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta