DUE INDIZI FANNO QUASI UNA PROVA: COLANTUONO RIFLETTE SUL 3-5-2

Tra Coppa Italia e campionato la Salernitana ha disputato quattro gare ufficiali, schierandosi in avvio sempre con il 3-5-2, un modulo che richiede tantissima spinta, corroborata da una bella spruzzata di qualità, sulle corsie laterali. Se a destra c’è da scegliere tra la generosità di Casasola, la sagacia di Pucino e la velocità di Anderson, a sinistra, si sa, c’è una situazione diametralmente opposta. Vitale è l’unico mancino della rosa, poi si può adattare qualcuno, come ad esempio Pucino, ma per dare ampiezza ad un centrocampo a cinque occorre un elemento di ruolo che bruci l’erba e metta al centro cross insidiosi per qualsiasi difesa avversaria e golosi per gli attaccanti, specie se tra questi c’è un ariete come Djuric o un opportunista come Bocalon. Discorso diverso per Jallow che sa attaccare la profondità e può creare anche da solo i presupposti per colpire. Tuttavia, se l’idea primigenia è stata il 3-5-2, in cui, fra l’altro, si pensava di dare spazio a Mantovani in retroguardia, proposito già evaporato visti i tanti innesti in difesa, allora bisognava darle concretezza e fare in modo che le fasce diventassero un punto di forza. Ora, invece, sono il cruccio di Colantuono che non ha ancora avuto il miglior Casasola e non ha lanciato Anderson nella mischia, a destra, ma, soprattutto, è alle prese con il rebus della fascia sinistra dove esiste una falla che probabilmente sarà turata ancora da Pucino. Adattare un destro, però, potrebbe avere come conseguenza il cambio di assetto tattico perchè l’ex Vicenza può giocare, e bene, a sinistra ma da terzino e non da ala aggiunta e, dunque, meglio nella linea a 4 che nel 3-5-2. Per di più, il passaggio alla difesa a 4 consentirebbe al tecnico di impiegare in contemporanea Di Tacchio e Di Gennaro, vertici, rispettivamente, basso ed alto di un rombo di centrocampo. Probabile che il tecnico granata stia riflettendo sul modulo anche perchè sa bene che dalla gara col Padova tutti si aspettano di vedere una Salernitana più fluida nel gioco e finalmente in grado di vincere. Del resto, le esternazioni del diesse Fabiani non possono passare sotto traccia. Il dirigente granata ha puntato il dito contro la squadra e contro alcuni singoli, chiedendo più cattiveria in campo, ma ha già avuto modo in tempi non sospetti di esprimere un concetto semplice ed inequivocabile: la squadra è forte, ora la palla passa all’allenatore. E, visto che nella sua storia dirigenziale a Salerno, Fabiani ha sempre cambiato guida tecnica in corsa, Colantuono, pur in presenza di un contratto appena rinnovato, sa bene, da uomo esperto e navigato, che nel calcio valgono solo i risultati. E’ il destino degli allenatori e non da ora, meno che mai a Salerno. Stima e fiducia del club nei suoi confronti sono quanto mai solide, ma le vittorie future non faranno altro che rinsaldarle. Vincere, in fondo, non è mai una cattiva idea.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto