FONDERIE PISANO, IL COMITATO SALUTE E VITA REPLICA ALLE DICHIARAZIONI DELLA FIOM CGIL

Il Comitato e Associazione Salute e Vita, nel ribadire ciò che ha sempre affermato, ovvero che le maestranze delle Fonderie Pisano sono vittime come noi cittadini dello scellerato  comportamento della Proprietà Pisano, che ha portato a questa grave emergenza ambientale e ormai chiara emergenza sanitaria, tutto ciò accertato dal 2015 al 2017 dall’Arpac e/o dalla stessa Regione che concludevano le relazioni con l’affermazione “vi è un immediato pericolo per la Vita e per l’ambiente” e dallo stesso Studio Spes che, nelle anticipazioni presentate il 15 gennaio  2018 durante  un incontro con il Presidente della Regione e i rappresentanti del Comitato Salute e Vita, annunciava un quadro grave non solo sull’ambiente ma anche nelle persone che si erano sottoposte allo studio attraverso una serie di analisi, riscontrando nel sangue di 400 persone la presenza di metalli come selenio e zinco superiore alla media, tali metalli dichiarava il dott. Capunzo Preside della facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Salerno: “…l’elevata esposizione può provocare forme tumorali ai polmoni e al fegato”.

Premesso tutto ciò, il Comitato e Associazione Salute e Vita stigmatizza e condanna fermamente le parole della segretaria D’Elia Fiom Cgil Salerno, che afferma nell’incontro con il Sindaco tenutosi ieri: “se ci sono opzioni, sarà bene parlarne in modo che l’azienda possa, nel rispetto delle norme, tenere accesi i forni e continuare a produrre in attesa della delocalizzazione”, in barba a tutte le leggi e le norme ambientali la D’Elia invita di fatto ancora una volta a creare le condizioni nonostante le illegalità e illegittimità accertate, per permettere ai Pisano di  continuare ad avvelenarci.

Ancora una volta  riteniamo responsabili morali di ciò che si è consumato a danno di migliaia di cittadini della valle dell’Irno e degli stessi lavoratori, la Fiom ed i suoi rappresentanti sindacali, infatti non solo non abbiamo mai ascoltato una parola di autocritica e di preoccupazione sia per i reati accertati dalla procura che riguardavano l’aver messo in pericolo la salute e la vita degli stessi lavoratori (portiamo ad esempio il processo del 2015 dove uno dei gravi capi d’imputazione riguardava la mancata captazione interna dei fumi che mettevano a rischio i lavoratori, stessa violazione veniva riscontrata pochi mesi fa dall’Arpac senza che la D’Elia e il sindacato condannassero né formalmente né costituendosi parte civile tali comportamenti lesivi della salute dei lavoratori da parte della proprietà Pisano), né tanto meno sono uscite parole di preoccupazione  e  di condanna per i danni causati alla popolazione in questi anni, danni ormai accertati .

Pertanto annunciamo fin da ora  vigileremo, affinchè venga impedito che si creino le condizioni, con la complicità della politica del sindacato e dello scellerato imprenditore disonesto,  per riaprire il “Mostro di Fratte” nonostante sia stato accertato sia dal punto di vista giudiziario che da punto di vista amministrativo (con la revoca dell’AIA, Autorizzazione integrata ambientale e negazione della VIA, Valutazione impatto ambientale) che tale stabilimento ha danneggiato la salute e l’ambiente dell’intera comunità, e siamo  pronti a mettere in campo tutte le azioni giudiziarie e politiche per impedire che le fonderie vengano riaperte, ribadendo che vogliamo l’accertamento di tutte le responsabilità e di tutte le complicità di questa gravissima situazione che per decenni ha danneggiato la nostra vita.

Il Presidente  – Lorenzo Forte – Associazione e Comitato Salute e Vita

Autore dell'articolo: Redazione