GRANATA: IL GIOCO C’E’, MA SERVONO I GOL PER BLINDARE LA SALVEZZA

La Salernitana vista ad Empoli ha confermato di essere una squadra più ordinata e consapevole, capace finanche di imporre il suo palleggio alla capolista. I granata di Colantuono, forti dei dieci punti conquistati nelle quattro gare precedenti, hanno affrontato il match contro l’Empoli con personalità e fiducia, ma hanno pagato la mancanza dell’uomo capace di sferrare il colpo del ko nel momento giusto. Anche a Frosinone la Salernitana aveva retto il confronto con una delle squadre più forti del campionato, mettendola a tratti sotto sul piano dello sviluppo della manovra per poi venir meno nel momento culminante. Zero gol nelle ultime due trasferte, disputate su campi molto difficili, sono la riprova che la Salernitana sia una sorta di incompiuta perchè contro le grandi non ha sfigurato ma ha fatto troppo fatica a pungere. Il rovescio della medaglia è che contro le dirette concorrenti, Ascoli, Avellino e Novara, la squadra granata sia riuscita ad essere più incisiva in fase realizzativa cosa che le ha permesso di conquistare nove punti pesantissimi per la salvezza. Il traguardo resta alla portata anche dopo la sconfitta del Castellani, non solo perchè nella zona che scotta è accaduto poco e solo l’Ascoli ha mosso concretamente la classifica, ma anche e soprattutto perchè la Salernitana ha offerto una buona prestazione contro la miglior squadra del campionato e ciò autorizza a sperare che nel rush finale i granata saranno in grado di conquistare quei punti che servono per restare fuori dalla bagarre. La prossima gara sarà a Bari tra nove giorni e ci sarà modo e tempo di prepararla, sperando pure in qualche buona nuova dall’infermeria, mai del tutto vuota durante tutta la stagione. La Salernitana dovrà ritrovare i gol dei suoi attaccanti per chiudere in anticipo il discorso salvezza. Bocalon, Sprocati, ma anche Rossi e Palombi dovranno farsi valere maggiormente in area avversaria: da loro Colantuono si attende i gol decisivi per la salvezza.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto