“Contraffazioni e sofisticazioni agroalimentari sono ormai un’emergenza: è necessario insediare un coordinamento interforze al Porto di Salerno per rafforzare i controlli e semplificare le procedure di sdoganamento delle merci”. Lo dichiara, in una nota, il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio, a proposito dell’aumento del 520 per cento, nel porto di Salerno, di importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina, come evidenziato dal rapporto Agromafie elaborato dall’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura insieme ad Eurispes e Coldiretti. “Si sta creando un corto circuito tra agricoltura e comparto della trasformazione – denuncia Sangiorgio – la mancanza di trasparenza e di regole chiare rischiano di far sprofondare il settore primario. Pomodoro san Marzano, mozzarella di bufala, olio extravergine di oliva sono quotidianamente “spacciati” per Made in Italy mentre aumentano in maniera vertiginosa gli sbarchi di concentrato di pomodoro dalla Cina, che danneggiano gravemente i nostri imprenditori agricoli e rappresentano un rischio per i consumatori ingannati da prodotti spacciati per locali ma di dubbia provenienza”. “Occorre spingere per la trasparenza nel settore primario – continua il presidente di Coldiretti – per accertare l’origine di prodotti che, arrivati da chissà quale parte del mondo al porto di Salerno, vengono immessi spudoratamente in commercio come cibo italiano, con danni all’immagine per il nostro comparto. Il Porto di Salerno è crocevia di traffici da tutto il mondo ed è necessario creare un sistema coordinato e capillare di controlli”. Per Sangiorgio questi dati rischiano di creare un gravissimo danno anche al turismo agroalimentare: “Mentre a Pietrarsa festeggiamo l’accordo nazionale tra Ministero e Coldiretti per la promozione del turismo agroalimentare – conclude il presidente di Coldiretti Salerno – prendiamo atto dell’attacco cinese al nostro prodotto di eccellenza. Ovviamente sono notizie che creano solo danni al nostro territorio”Le importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina sono aumentate del 520% ed entro la fine dell’anno potrebbero raggiungere 90 milioni di chilogrammi, pari a circa il 10% della produzione nazionale: lo rileva la Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo semestre 2015, lanciando l’allarme sui rischi legati alla mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza. ”Dalla Cina – rileva la Coldiretti in una nota – si sta assistendo ad un crescendo di navi che sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato di pomodoro da rilavorare e confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro”. La Coldiretti osserva inoltre che la ”maggioranza degli sbarchi avviene nel porto di Salerno, in Campania, come evidenziato dal rapporto Agromafie”, elaborato dall’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura, con Eurispes e la stessa Coldiretti. Per la Confederazione nazionale dei coltivatori diretti questo commercio ”va reso trasparente, con l’obbligo ad indicare in etichetta l’origine degli alimenti”. Un obbligo, osserva, che ”attualmente vale in Italia solo per la passata di pomodoro ma non per il concentrato o per i sughi pronti”. Per il presidente, Roberto Moncalvo, ”in un momento di difficoltà economica va portato sul mercato il valore aggiunto della trasparenza, con l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta per tutti i prodotti alimentari”
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