INDAGINE PROVINCE: CROLLA SALERNO –

103ma su 110. L’indagine condotto dal Sole 24ore sullo stato di vivibilità delle province italiane certifica la difficoltà del territorio provinciale salernitano, costretto a posizioni di retroguardia. Peggio della provincia di Salerno, solo Barletta, Taranto, crotone, Napoli Caserta, Reggio calabria e Vibo valentia. Singolare, poi, che nelle ultime 10 posizioni ci siano tre province campane a testimonianza di una situazione difficile attraversata dall’intera regione. Molte le novità introdotte quest’anno dall’abituale indagine del Sole 24 ore, novità volte a rendere ancora più completo il quadro della vivibilità sul territorio, con una maggiore attenzione alle esigenze e ai problemi più attuali della collettività: il valore della casa, il lavoro per i giovani, la capacità di innovazione, l’integrazione degli stranieri, l’offerta di welfare, la partecipazione civile; i parametri da 36 sono saliti a 42. Alla fine è Aosta, per la terza volta in 27 anni di indagine (le precedenti nel 1993 e nel 2008) a salire sul gradino più alto dell’edizione 2016 Qualità della vita, forte soprattutto delle performance nei capitoli relativi all’economia, alla demografia e all’ordine pubblico. Al secondo ed al terzo posto si confermano Milano e Trento; balzo in avanti per Belluno che dalla 17/a posizione del 2015 sale in quarta posizione. Resta ampio il divario tra Nord e Sud, basti pensare che per trovare la prima provincia del sud, considerando Lazio e Umbria nella fascia centrale, bisogna scorrere la graduatoria fino al 79mi posto dove troviamno la provincia di Isernia, Molise e poi via via tutte le altre. La prima campana è invece Benevento all’86mo posto, seguita da Avellinio, poi, oltre la centesima posizione salerno, Napoli e caserta. A compensare la debacle meridionale compensa, però, un altro indice rilevato questa volta dall’Istat e che certifica nei primi nove mesi dell’anno la crescita delle esportazioni del Sud Italia che ha raggiunto il + 10,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dato superiore di oltre 20 volte dell’aumento medio nazionale nazionale.

Autore dell'articolo: Marcello Festa