INPS A RISCHIO SCOMPARSA: L’ALLARME DELL’USB

Secondo l’Unione sindacale di base, l’USB, l’allarme sulla tenuta dell’INPS è alto in relazione all’età dei dipendenti prima ancora che della consistenza del personale ancora in servizio. Solo lo 0,4% degli impiegati ha meno di 35 anni, mentre il 76% ha più di cinquant’anni ragione per cui nei prossimi cinque anni circa 6.000 dipendenti (il 21% del totale) andranno in pensione. Se non si interviene tempestivamente, scrive l’USB, con l’ingresso di 6.000 nuovi lavoratori nei prossimi quattro anni, attraverso assunzioni per concorso pubblico, l’INPS rischia il collasso e una perdita verticale di professionalità.

I numeri raccontano bene la situazione. Dai circa 32.000 dipendenti del 2013 si è passati agli attuali 28.000. Quattromila impiegati in meno nell’arco di quattro anni e mezzo. C’è da ricordare che nel 2012 l’INPS ha assorbito competenze e personale di INPDAP e ENPALS che sono stati soppressi. Senza quegli ingressi, oggi l’INPS avrebbe circa 22.000 dipendenti per gestire più di 18 milioni di pensioni, 18 milioni di iscritti alle diverse gestioni e un bilancio di circa 700 miliardi tra entrate ed uscite. Un’azienda pubblica che non eroga solo pensioni ma disoccupazioni, prestazioni sociali e di sostegno alle famiglie, invalidità civile. Una parte importante dello Stato sociale che rischia di andare in crisi, di essere drasticamente ridimensionata a danno dei cittadini utenti che saranno sempre più indirizzati verso Patronati, Caf, Commercialisti.

Autore dell'articolo: Marcello Festa