E’ PRIMAVERA GRANATA

E sono tre. Tre vittorie consecutive, tre punti pesantissimi in ottica play off e tre turni che la squadra non subisce reti. Se a questo si aggiungono le quattro partite in cui la Salernitana è in attivo, i 10 punti conquistati, il solo gol subito – peraltro su rigore a Benevento – i numeri sono da post season.

I granata hanno battuto ieri nettamente l’Ascoli all’Arechi ed ora la zona che conta dista solo quattro lunghezze. Virtualmente archiviato il discorso salvezza distante nove lunghezze con 10 partite da giocare, 30 punti a disposizione ad appena una manciata di briciole dall’aritmetica certezza della permanenza in B. A questo punto è più che lecito sognare. Anche perché, a volerla dire tutta, più che viaggiare con la fantasia sono le certezze che sta trasmettendo questa squadra che consentono di guardare con ottimismo al futuro.

La Salernitana ieri ha fatto di un sol boccone l’Ascoli, mettendo alle corde gli enfant prodige marchigiani fin dal primo minuto, macinando gioco e meritando ampiamente il successo che poteva anche essere molto più rotondo. Alla regola del tre, infatti, si sono uniti anche i tre legni colpiti da Coda e Vitale e le altrettante occasionissime avute da Minala, Coda e Donnarumma nel corso del match.

Il merito della metamorfosi va ascritto anche e soprattutto a Bollini. Il tecnico ancora una volta ha mostrato polso, carattere, coraggio nelle idee e certezze. Partiamo dalla fine. La certezza è il modulo. Con Bollini si gioca con il tridente. Il coraggio è quello di cambiare pedine fino a poco tempo fa considerate inamovibili per garantire equilibrio alla squadra. La Salernitana anche ieri ha cambiato interpreti: granata in campo con un inedito 4-3-3, in cui spicca la presenza di Donnarumma e l’assenza di Rosina. Coda è il terminale offensivo con Sprocati alla sua terza partita di fila da titolare coincisa con la terza vittoria consecutiva. Ma è il centrocampo l’arma segreta dei granata. La mediana accorcia, cuce, ricuce e detta i tempi, garantendo filtro e fosforo. L’Ascoli di Aglietti prova a rispondere con un inedito 4-2-3-1 per spaventare Tuia e compagni con gli enfant prodige Orsolini e Felicioli sugli esterni e quella vecchia volpe di Cacia in attacco. La manovra del tecnico marchigiano si rivela vana. I bianconeri sono spaventapasseri e la Salernitana ha buon gioco grazie a pressing, geometrie, forza e condizione fisica. Nel primo tempo Coda centra due legni, mette davanti alla porta prima Donnarumma e poi Minala e manca l’appuntamento con il gol per questione di centimetri con un’inzuccata di testa. Un monologo insomma. Nella ripresa arriva il meritato vantaggio con Sprocati (2’), sugli sviluppi di un’azione avviata da Donnarumma che di tacco serve Odjer. Il ghanese esplode un sinistro: Lanni respinge e Sprocati ci mette il piatto proprio sotto la sud. Bollini cambia modulo: fuori Donnarumma, dentro Bittante e squadra che si piazza 4-1-4-1, con Minala davanti alla difesa, Vitale avanzato esterno sinistro a centrocampo e Coda unico riferimento offensivo. 3’ più tardi la Salernitana chiude i conti. Vitale su punizione centra l’ennesimo palo, ma stavolta c’è Bernardini a ribadirla in rete. Gol, match, partita. Adesso è vietato sognare.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta