LA SALERNITANA SECONDO LEO

La forza di cambiare. Il coraggio di prendere decisioni anche drastiche. Ma soprattutto la forza e la qualità di un gruppo che era un lusso per la terza serie. Con questi ingredienti Leonardo Menichini ha vinto a mani basse lo scorso campionato di lega Pro. Da sabato prossimo dovrà provare a conquistare la salvezza in serie cadetta. Gli ingredienti sono diversi, inutile nascondersi. Ma la forma mentis del tecnico sarà sempre la stessa. C’è da giurarci. La Salernitana targata Menichini sarà quasi certamente camaleontica. Così come è stata in passato. Il tecnico di Ponsacco lo scorso anno ha adottato più moduli, a seconda delle situazioni, delle emergenze, del momento ed anche dell’avversario di turno. La sua Salernitana ha fatto molto bene soprattutto con il 3-5-2, conquistando il maggior numero di punti di una stagione comunque da incorniciare. Con quello spartito tattico, Menichini mise spesso in naftalina Denilson Gabionetta per impiegarlo eventualmente a partita in corso. Non è escluso che contro il Pescara all’Arechi, complice la squalifica del brasiliano, la Salernitana del Menichini bis possa partire proprio con il 3-5-2, con il tandem Coda-Donnarumma finalmente dall’inizio in un modulo con due punte. Ipotesi. Supposizioni. Ci saranno anche altri fattori da valutare. Da ponderare. Di una squadra che nel corso del mercato di riparazione è stata corretta in corsa per giocare con il tridente. Anche in questo caso, però, Menichini non sarebbe a digiuno. Anzi. Sempre lo scorso anno, il trainer granata ha adottato spesso tre riferimenti offensivi. Talvolta schierati in linea, altre, con un rifinitore alle spalle di un tandem spiccatamente offensivo.

Non solo. C’è di più. Con l’arrivo di Moro a centrocampo infatti, esattamente un anno fa, “Menico” cambiò ancora spartito tattico. La Salernitana faceva sovente ricorso al 4-2-3-1, oppure al 4-3-1-2. Soltanto di rado, ad esempio nel derby esterno con la Casertana, i granata si schierarono in campo con il 4-4-2. Una scelta che non convinse fino in fondo. Numeri alla mano, in ogni caso, la storia del nuovo-vecchio allenatore della Salernitana dice che ha la capacità e la duttilità di far giocare le sue squadre con il modulo che riflette meglio gli interpeti che si ritrova a disposizione. Lo scorso anno ha vinto, non ha certamente entusiasmato, ma è stato maledettamente pratico. Oggi gli si chiede di fare altrettanto. I valori sono diversi, la categoria pure. Lui è sempre lo stesso. Il manico insieme al suo fedelissimo amico entusiasmo. Speriamo basti.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta