LANCIATA LA CARTA DI PADULA PER LA PROMOZIONE DELL’AGRO-ECOLOGIA

Il Forum di Padula ha costituito un’importante occasione di approfondimento e condivisione dello stato dell’Agro-ecologia nelle aree protette del sud Italia. Lo sviluppo dell’agro-ecologia nel nostro paese è strettamente connesso a quello dell’agricoltura biologica e, in questa direzione, risulta di grande utilità porre un’attenzione particolare al nuovo approccio territoriale e al ruolo che possono svolgere i distretti biologici per la diffusione della cultura della conservazione della biodiversità e dell’uso sostenibile delle risorse.

Come ha evidenziato Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente, “con la sottoscrizione della “Carta di Padula per la promozione dell’agro-ecologia nelle aree protette” è stata superata la prima tappa del percorso che porterà alla realizzazione del Forum delle AgriCULTURE. L’obiettivo è quello di promuovere pratiche e strategie per attivare un percorso finalizzato a raggiungere il 100% di produzione agricola biologica nei Parchi entro il 2020.

L’Italia è in prima fila nella transizione agro-ecologica dell’agricoltura europea, come sottolineato da Angelo Paladino, presidente dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino. “Lo scorso sette ottobre proprio a Padula si è svolto un importante seminario internazionale sull’agro-ecologia, promosso nell’ambito del Programma europeo Erasmus plus, dal quale è emerso il ruolo trainante che svolgiamo (insieme alla Francia) nei confronti degli altri paesi europei, verso una gestione sempre più ecologica e sostenibile delle aree rurali. Come risulta anche dal 1° Rapporto italiano sull’agro-ecologia, pubblicato dall’Osservatorio europeo del paesaggio, l’esperienza dei bio-distretti rappresenta la più innovativa forma di gestione integrata e sostenibile del territorio, ed è nata proprio nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, per poi diffondersi nel resto del mondo”.

Domenico Nicoletti, il Paesaggio “identitario” si connota sempre di più come valore aggiunto nelle Aree Protette Italiane che valorizzando valori, autenticità e PATRIMONI naturali, rappresentano i veri laboratori dell’INNOVAZIONE Italiana. L’Unesco si appresta a stabilire le nuove linee guida sulla protezione internazionale del paesaggio e darà il via a una campagna di sensibilizzazione sulla raccolta e mappatura delle tecniche tradizionali o sistemi di scienze locali. L’Agro-ecologia è l’applicazione della scienza e dei principi ecologici ai sistemi agricoli. I Parchi Italiani, la loro storia e i nuovi approcci (promesse di Sydney) multilivello, oltre agli irrinunciabili ruoli di tutela di tutela, affrontano oggi aspetti economici, etici e sociali fondamenti di base della cultura agro-ecologica.

L’Italia sarà il primo paese al mondo ad avere una legge che disciplina i distretti biologici, come pone in evidenza Salvatore Basile, presidente della Rete internazionale dei bio-distretti (Associazione INNER). Nel disegno di legge sull’agricoltura biologica, approvato dalla Camera dei deputati il due maggio scorso ed ora in discussione al Senato, il biologico viene infatti definito come attività di interesse nazionale e viene affidato proprio ai distretti biologici un ruolo di grande importanza nella tutela degli ecosistemi, con particolare riguardo alle aree paesaggisticamente rilevanti, alle aree protette nazionali e regionali ed alle aree comprese nella rete Natura 2000. Con la sottoscrizione della Carta di Padula sarà inoltre attivata una delle più importanti linee di attività previste dal documento “costruire una strategia condivisa di sviluppo dei territori”, lanciato in occasione del workshop nazionale sui bio-distretti, promosso da IN.N.E.R. e dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali lo scorso 1° dicembre alla Città dell’Altra Economia di Roma”.

Come ricorda Emilio Buonomo, presidente del Bio-distretto Cilento e consigliere INNER, “l’esperienza dei bio-distretti nasce nel 2004 nel Cilento e si sviluppa negli anni successivi in tutto il resto d’Italia ed in Europa, dove attualmente sono circa sessanta i territori coinvolti in esperienze di biologico territoriale. In Italia sono già stati costituiti ben 27 distretti biologici ed altri 23 sono in fase di costituzione. Si sentiva quindi l’esigenza di un momento di confronto sullo stato dell’arte e sulle grandi opportunità offerte dalla nuova legge nazionale sul biologico, che contribuirà sicuramente a regolamentare e supportare il settore, salvaguardandone l’enorme ricchezza di diversità e opportunità di sviluppo sostenibile delle comunità rurali”.

Autore dell'articolo: Barbara Albero