L’INFORMAZIONE AI TEMPI DEL WEB

Non è una novità dire che in Italia, come in gran parte del mondo, le persone, gli utenti, per informarsi si affidano sempre di più alla rete. Vanno online e consultano. Spesso però partono dai social, scorrono i post su Facebook e la maggior parte delle volte la loro curiosità si esaurisce nel titolo. Già, spesso funziona così. Se poi un titolo ‘acchiappa’ allora si apre il link alla ricerca dei qualche dettaglio. Idem con le versioni online dei quotidiani, e non ci riferiamo solo alle classiche testate nazionali in versione digitale ma ci sono una quantità di piccoli e grandi siti che offrono quantità e quantità d’informazioni, alcuni chiamati ‘aggregatori’ ovvero che pescano a loro volta notizie da altre fonti della rete, e altri che le producono da sé. Potremmo figurarci un fiume che scorre ininterrotto dove la notizia si traduce e viaggia come materia liquida.

E fino a qui, si denota solo una poca propensione all’approfondimento da parte dei lettori, lo dicono le statistiche. Ma è proprio questo il neo che dà origine a una scarsa qualità dell’informazione. Chi confeziona notizie sa che ha a disposizioni pochi istanti per attrarre l’utente-lettore e se li gioca tutti in quelle 3, 4 parole che formano il titolo di un articolo, qualche volta anche sul catenaccio (termine utilizzato per definire il paragrafetto che si interpone tra il titolo e l’articolo e che riporta un riassunto della notizia) perché nella condivisione sui social spesso viene incorporato anche quello. Invece, il resto del contenuto talvolta passa in secondo piano, semplicemente perché è la parte che viene letta meno, casomai la si scorre facendo cadere l’occhio sulle sezioni in neretto. Ecco perché chi l’informazione la produce e la confeziona non sempre cura a maniera la qualità dell’intero contenuto. E’ così che circolano fake, informazioni fasulle, non verificate che vengono condivise fino a diventare virali; recentissimo e di forte attualità è il caso Blue Whale, del quale ancora non si riesce a capire la fondatezza. Oppure si trovano articoli ‘fotocopia’ che vengono letteralmente presi e incollati da un sito all’altro con il rischio che si vi è un’inesattezza anch’essa viene replicata all’infinito o quasi.

Tuttavia vi sono delle testate che invece al contenuto credono e realizzano interessanti approfondimenti. E è proprio nel settore degli specializzati che la qualità è mediamente più alta. Se vai su un sito di approfondimento solitamente è proprio perché vui approfondire una notizia o un argomento. Un esempio è quello di Salvatore Aranzulla che propone tutorial chiari e puntuali legati al mondo dell’informatica. Ma anche l’intrattenimento ha i suoi specializzati, come MYmovies che si occupa di cinema e lo fa a 360 gradi, oppure Nuovi Casino che recensisce uno dei settori innegabilmente molto discusso ma altrettanto frequentato ovvero quello del gambling online. Non entriamo nel merito dei meri servizi altrimenti la lista sarebbe davvero ciclopica e onestamente impossibile da redigere. Pensate che qualche hanno fa in un’indagine condotta da Survey Shak per conto di Microsoft, emergeva che il web è come una giungla sconosciuta della quale rimane inesplorato il 99%. Oggi forse quella percentuale è un po’ meno drastica ma sicuramente la parte a molti ignota è ancora predominante.

 

Autore dell'articolo: Redazione