LOTITO, NIENTE BARI ED ORA DEVE RILANCIARE A SALERNO

Toccherà ad Aurelio De Laurentiis rilanciare il calcio a Bari. Il patron del Napoli ha superato gli altri pretendenti, da Preziosi a Lotito, nella corsa al titolo sportivo del club pugliese che ripartirà dalla serie D e proverà a ripetere l’impresa del Parma che in tre anni è risalito dai dilettanti alla massima serie. L’interesse di diversi presidenti di club di società di serie A verso il titolo sportivo del Bari avrà un effetto a stretto giro, ossia riaprire la discussione sulle Noif e, forse, qualcosa in materia cambierà. Per i tifosi della Salernitana, che hanno vissuto giorni di incertezza, l’effetto sarà un altro. Claudio Lotito ha mostrato interesse e determinazione nell’approccio al Bari ed ora è chiamato a fare altrettanto a Salerno. Il patron dovrà rilanciare per riconquistare la fiducia dei tifosi granata che hanno avuto dubbi e paure legati al futuro della Salernitana che i patron non sono riusciti a fugare. Ora, però, non è più tempo di incertezze. La suggestione Bari per Lotito è svanita e, a meno che il patron non si butti in altre imprese, per il momento dovrà concentrarsi solo, si fa per dire, su due società. Lazio e Salernitana sono nel pieno della preparazione precampionato, ma anche del mercato che deve ancora riservare colpi importanti. Lotito, dopo aver manifestato la volontà di riportare il Bari in massima serie, potrebbe, ora, riversare questa ambizione sulla Salernitana. Del resto, in Puglia avrebbe dovuto affrontare una vera e propria scalata partendo dal basso, a Salerno è già a buon punto. Il patron dovrà prima di tutto far chiarezza sui suoi obiettivi e sui programmi che ha per Salerno e riconquistare con i fatti, ma anche con atteggiamenti e parole un po’ meno scostanti il rispetto, l’amore e la fiducia di una città che, magari in termini di presenze allo stadio non sempre ha risposto come sperava la proprietà, ma che ha una carica di passione e di voglia di tornare a sognare che sta proprio a Lotito e Mezzaroma far venire fuori ed alimentare con un’azione più decisa ed incisiva ed una maggiore presenza nella vita quotidiana del club. La Salernitana deve essere in grado di attirare su di sè attenzione ed amore della sua gente, deve invogliare i tifosi a recarsi allo stadio e, per riuscire in ciò, deve, a nostro avviso, assumere un atteggiamento diverso, che sia di apertura e di inclusione e non di chiusura e di esclusione. Basta con le pagelle ai tifosi: indicare alcuni come esempio da seguire ed additare altri come nemici solo perchè c’è chi la vede diversamente è un esercizio sterile che porta a divisioni anche all’interno della tifoseria. Insomma, se a qualcuno piace l’operato della proprietà e a qualcun altro un po’ meno, che male c’è? Se qualcuno chiede la serie A, forse offende o lede la sensibilità di altre persone? Il calcio è passione, gioia, voglia di sognare. Nessuno chiede la luna, nessuno pretende che si facciano investimenti folli, ma, in tutta onestà, neanche si può più far passare l’iscrizione al campionato come un risultato sensazionale. Chi fa impresa, ed anche il calcio lo è, lo fa sapendo quali rischi corre ma anche a quali vantaggi può ambire. Giunta all’ottavo anno dell’era romana, la Salernitana ha tutte le possibilità per consolidarsi e crescere ancora. E non c’è bisogno di fazioni e partigianerie portate all’eccesso, perchè il tifo e la passione vanno riversati alla maglia, alla causa granata e non ad altro. Ecco perchè ora è il momento che Lotito e Mezzaroma scendano con ancor più decisione in campo, rompendo gli indugi e dichiarando le loro intenzioni e mettendo mano ad un progetto tecnico ed imprenditoriale ad ampio respiro in cui dovrà essere centrale il rapporto tra la Salernitana e la sua gente, tutta la sua gente, senza distinzioni tra buoni e cattivi, zoccolo duro ed occasionali che in questi anni si sono rivelate controproducenti ed hanno sortito il solo effetto di allontanare e non di avvicinare le persone.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto