NESSUN DORMA: C’E’ MORO IN REGIA

Che decida o meno di regalare il bis a distanza di un anno con la romanza della Turandot di Giacomo Puccini poco importa. Davide Moro stasera si candida per un posto da titolare nel centrocampo a quattro disegnato da Leonardo Menichini. L’ex Empoli lo scorso anno, al termine di una stagione trionfale regalò un saggio delle sue qualità canore, mettendo in mostra corde vocali da autentico tenore. Stasera dovrà prendere per mano il centrocampo della Salernitana nell’ultimo atto degli spareggi salvezza contro il Lanciano all’Arechi.

Moro è in vantaggio su Pestrin a cui Menichini potrebbe concedere una passerella nei minuti finali. Per il resto la formazione ed il modulo saranno gli stessi visti sabato scorso nel match d’andata al Biondi. La Salernitana stamani si è svegliata nel ritiro dell’Hotel Ariston di Paestum e si è subito trasferita sul campo in erba naturale della struttura della valle del Sele per una sorta di risveglio muscolare. Menichini ha recuperato in extremis Rossi e la difesa resta inalterata. Davanti a Terracciano agiranno Tuia sulla destra, Bernardini ed Empereur al centro con Rossi appunto sull’out mancino. In mediana, invece, già detto della staffetta tra Moro e Pestrin con l’ex Empoli che affiancherà il giovane ed insostituibile Odjer al centro, sulle fasce Nalini sarà il cursore di destra e Zito quello di sinistra. I due stantuffi in terra frentana sono stati devastanti e proveranno a regalare il bis anche stasera nel principe degli stadi. Tandem offensivo composto da Coda e Donnarumma. I gemelli del gol sono ad un passo dal muro dei 30 sigilli, siglati insieme: per il momento sono fermi – si fa per dire a 29 reti. Sia Coda, sia Donnarumma hanno bucato la difesa rossonera sabato scorso e proveranno fa fare altrettanto nella notte magica di stasera. In ogni caso e comunque vada sarà importante portare a casa l’obbiettivo salvezza. Al resto ci penserà Davide Moro, magari svestendo i panni del tenore e indossando quelli di uno dei fab four cantando come aveva promesso in caso di salvezza: “Let it be”, lascia che sia…

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta