OMICIDIO ALDO AUTUORI, UN’ALLEANZA FATALE

Assicurasi il controllo degli affari legati al trasporto su gomma nella Piana del Sele. Sarebbe stato questo secondo la Procura di Salerno il movente che ha spinto gli eredi del clan Pecoraro Renna, ovvero Francesco Mogavero ed Enrico Bisogni ad eseguire l’omicidio di Aldo Autuori freddato la sera del 25 agosto del 2015 a Pontecagnano Faiano. Aldo, una volta uscito dal carcere aveva allestito una serie di attività che il clan Pecoraro Renna nelle mani di Mogavero e Bisogni avevano ritenuto d’intralcio ai loro interessi e non avevano esitato a chiedere l’intervento del O’Profeta, ovvero Luigi Di Martino a capo del clan Cesarano di Castellamare di Stabia. Di Martino a sua volta aveva chiesto aiuto, per il tramite di Stefano Cecere, a Francesco Mallardo a capo dell’omonimo clan di Giugliano. A lui il compito di affidare l’esecuzione materiale dell’omicidio ad Antonio Tesone e Gennaro Trambarulo. Per questi ultimi due il Gip ha rigettato la richiesta di misura cautelare non ritenendo sufficienti le prove, provvedimento verso il quale la procura ha presentato ricorso. Tutti si trovano già in carcere tranne Cecere il cui arresto ha richiesto particolare impegno. Ma l’importanza dell’operazione, come ha evidenziato il procuratore Luca Masini è nell’aver consentito di confermare le alleanze criminose strette sul territorio campano anche tra province diverse.
Alleanze tra i clan per assicurarsi il controllo del territorio, a partire dal traffico di sostanze stupefacenti senza disdegnare altre possibilità di business. E’ il quadro che emerge dall’indagine come ha sottilizzato nel corso del suo intervento alla conferenza stampa il comandante Reparto Operativo Carabinieri di Salerno, Enrico Calandro.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro