PASTIFICIO ANTONIO AMATO, PROMESSE NON MANTENUTE

Ancora niente lavoro per novanta dipendenti dell’ex Pastificio Antonio Amato che da circa due anni sono stati messi in mobilità. Come evidenziato questa mattina in una conferenza stampa dei sindacati erano in 90 i lavoratori che speravano di essere assunti dall’attuale proprietario dello storico pastificio, Giuseppe Di Martino che con la società Dicado che fa riferimento allo storico pastificio di Gragnano dell’omonima famiglia, ha acquistato dalla procedura di fallimento il pastificio situato nella zona industriale di Salerno. Da subito Di Martino promise l’assunzine del maggior numero possibili degli 119 ex lavoratori, ma ad oggi, solo 26 dipendenti sono stati integrati e continuano a lavorare. A breve per molti di loro non ci sarà neanche più la posisbilità di ricorrere alla mobilità. Nella conferenza stampa che si è tenuta presso la sede della Cgil, Ciro Marino della Uil, Giovanna Basile della Cisl e Aniello Garone della Cisl hanno denunciato l’assenza di qualsiasi rapporto con la nuova proprietà. Nessuno degli attuali lavoratori sarebbe iscritto al sindacato. e l’appello forte e preciso è stato rivolto all’ex sindaco ed attuale governatore Vincenzo De Luca ricordano che l’arrivo di Di Martino fu salutato con grande entusiasmo dalla città. Ora sarebbe il momento di ritrovare entusiasmo e soprattutto lavoro ed occupazione per i lavoratori. Vogliamo ricordare la grandezza del pastificio Amato e sperare che si smuovano le coscienze e le istituzioni su quella che è una preoccupante situazione per i lavoratori. Circa 90 di loro, tra due anni, resteranno disoccupati”. A dirlo Giovanna Basile, segretario generale Flai Cgil. “Abbiamo accolto positivamente l’ imprenditore cha ha rilevato il pastificio – dicono i sindacati – credendo in un ritorno al suo splendore produttivo ed occupazionale. Le rassicurazioni date dalle istituzioni e dal nuovo acquirente, sul non disperdere le professionalità non sono servite, tant’è vero che a maggio 2015 è scaduta la mobilità per numerosi lavoratori e a breve ne scadranno altre, alimentando il bacino dei disoccupati della provincia di Salerno”. Secondo Ciro Marino, segretario generale Uila Uil, “gli impegni non sono stati mantenuti. È mai possibile che volumi di lavoro così importanti possano essere gestiti solo da 26 lavoratori, quando prima erano 119 quello che ci lavorano? Non è escluso che questi facciano gli straordinari. Se così fosse, non sarebbe meglio utilizzare i lavoratori rimasti fuori dall’azienda?”. Il sindacalista, poi, denuncia anche un’altra anomalia. “Molti di questi 26 lavoratori erano iscritti ai nostri sindacati. Ora non più. Sarà una coincidenza o un diktat aziendale? Se così fosse, sarebbe una cosa gravissima”. Preoccupazione anche da parte di Aniello Garone, segretario generale Fai Cisl, che parla di un “grido di allarme per una situazione paradossale. Con l’azienda rilevata dall’imprenditore Di Martino abbiamo tentato di avere rapporti ma senza esito dal giorno dopo l’acquisizione. Ci appelliamo al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, affinché apra un tavolo di confronto con l’imprenditore per capire quali sono i suoi reali propositi e qual è il piano industriale vero che noi, ad oggi, ancora non conosciamo.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro