PIANO FONDERIE PISANO BOCCIATO DALLA PROCURA

Dalla Procura di Salerno sarebbe in arrivo ancora un parere negativo rispetto alla possibilità di riaprire l’impianto di Fratte delle Fonderie Pisano. Gli inquirenti sarebbero infatti contrari anche alla riapertura anche solo parziale dello stabilimento di Fratte per il disbrigo di alcune commesse urgenti, come chiesto nell’ultimo piano industriale inviato dalla proprietà dello storico stabilimento al gip Stefano Berni Canani. L’idea di un nuovo piano che consentirebbe alle Fonderie di lavorare a ritmi ridotti, al fine di restare sul mercato e mantenere fede agli impegni assunti, è stata presentata dal legale dell’azienda, l’avvocato Guglielmo Scarlato. La proposta si basa sui risultati positivi dei test effettuati lo scorso mese di agosto dai tecnici dell’Arpac. Ma negli stessi giorni in cui si provvedeva a testare la qualità dell’aria a motori accesi, giunsero – però- direttamente in Procura, a Salerno, tantissime segnalazioni da parte dei residenti che lamentavano la presenza dei soliti odori nauseabondi e della classica fuliggine nera sui davanzali delle finestre. Fu così che i magistrati, anche a fronte di alcune conferme giunte dai carabinieri inviati sul posto e pur tenendo conto che le soglie di inquinamento rilevate dai tecnici risultavano nei limiti consentiti dalla legge, decisero di chiudere l’impianto di Fratte, conservando la misura cautelare del sequestro preventivo. L’esigenza su cui ora insiste la proprietà è però di segno contrario. I Pisano sottolineano che prima di traslocare sarà necessario qualche anno e se i cancelli resteranno chiusi per così tanto tempo, l’azienda perderà tutte le commesse. Resta, poi, aperta la scelta dell’area per la delocalizzazione dell’impianto che il piano presentato dalla proprietà al ministero dello Sviluppo economico individua in Campagna nell’ex Rdb, nella zona dello svincolo dell’A3, dove però si sono già alzate le barricate dei residenti.

Autore dell'articolo: Marcello Festa