E’ stato l’ultimo colpo del mercato granata, se si esclude lo svincolato Migliorini, ma per i tifosi è subito diventato il calciatore più in vista: Davide Di Gennaro è arrivato in granata sul gong del mercato, dopo aver visto saltare la trattativa col Parma. Lotito lo ha convinto con un rinnovo contrattuale fino al 2022, con tanto di aumento dell’ingaggio, ma anche con l’esplicita richiesta di prendere per mano la squadra, di diventarne il faro in campo per semplificare la vita di tutti, specie degli attaccanti. Di Gennaro è nato come trequartista, ha entusiasmato nel vivaio del Milan, senza mai riuscire a trovare la consacrazione a causa di un eterno girovagare, tra prestiti e ritorni alla casa madre. L’incontro con Pasquale Marino a Vicenza gli ha cambiato le prospettive e gli ha fatto compiere il salto di qualità. A Vicenza è diventato il Pirlo della serie B: centrocampista dai piedi buoni e dalle intuizioni geniali incaricato di avviare la manovra partendo da più lontano e non più dietro le punte, Di Gennaro ha dato spettacolo e si è poi consacrato nel Cagliari di Rastelli. A Salerno l’ex ragazzo d’oro delle giovanili milaniste è giunto dopo aver svolto il ritiro con la Lazio con cui nella scorsa stagione non ha praticamente mai giocato. La mancanza di partite ufficiali non è cosa da poco, ma chi sa giocare a calcio ha una dote speciale, quella di sapersi gestire, ascoltando il suo corpo e, una volta in campo, quella di sapere in quale zona del campo può dare di più. Preso dopo Palumbo e Di Tacchio, Di Gennaro sarebbe il terzo di un tris di registi di una mediana concepita per essere il fulcro di un 3-5-2 solido e votato al gioco sulle fasce. Propositi in parte smentiti da un mercato come sempre a scatti, sempre confusionario ma almeno redditizio sul piano della quantità e, in taluni casi, della qualità degli obiettivi centrati, ed in parte rivisti alla luce delle indicazioni del campo. Di Gennaro regista è un lusso ora come ora per una squadra che deve ancora trovare la sua identità ed a cui pare un delitto togliere un elemento come Di Tacchio. Ed allora Di Gennaro tornerà agli albori della sua carriera quando si ispirava a Kakà e si divertiva a far ammattire i difensori avversari e a mandare in porta le punte. Quelle granata hanno un gran bisogno di sostegno e di rifornimenti, visto che in quattro partite solo Bocalon è andato a segno, guarda un po’, proprio su assist di Di Gennaro, che a Benevento è partito dalla panchina ed è entrato nella ripresa, scelta che non ha convinto per niente. Da oltre un mese a Salerno, Di Gennaro si sta calando nella nuova realtà in cui vuol essere protagonista nel modo più elementare che conosca: giocando il più possibile perchè di panchina ne ha fatta fin troppa nel recente passato. Liberata la sua fantasia da ogni gabbia tattica, Colantuono si affida a lui per rivitalizzare i suoi attaccanti.
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