SALERNITANA: A VERONA PER LA STORIA

L’ultima vittoria a Verona è un ricordo custodito gelosamente nel cuore e nella memoria dei tifosi granata. Greco e Kolousek siglarono l’impresa che, all’alba del girone di ritorno, diede alla Salernitana di Rossi l’abbrivio per mettere in discesa la strada verso la promozione in massima serie. Storia del 1998. Più di venti anni sono trascorsi da quella partita e nelle successive tappe al Bentegodi la Salernitana non ha più avuto tanta fortuna. La sconfitta nella finale di andata dei playoff nel 2011 resta la pagina più dolorosa, una ferita per tanti versi ancora aperta, ma il passato, si sa, non si può cambiare ed al massimo può essere ricordato per fare da spunto per il futuro. Quello della Salernitana nella corsa ai playoff passa anche per la gara di stasera che i granata ed il Verona affrontano dopo aver conquistato i tre punti, rispettivamente sui non facili campi di Ascoli e Spezia. Per entrambe è stato ossigeno puro, linfa vitale per non arrivare con il fiato corto e l’acqua alla gola al faccia a faccia di stasera. Vitale è anche l’ex più atteso della contesa, ma solo per le sue frasi dopo l’approdo al Verona che ha qualche problema di formazione di cui la Salernitana, a sua volta non meno incerottata viste le defezioni dei veterani Perticone, Rosina, Bernardini e Di Gennaro, che fanno compagnia in infermeria ad Akpa, che avrebbe fatto comodo e tanto, proverà ad approfittare. Più che sulle assenze degli scaligeri, i granata dovranno concentrarsi sul fatto che tra le mura amiche il Verona sta facendo fatica, magari perchè anch’esso soffre la pressione dello stadio di casa. La speranza è che il Bentegodi neanche stasera sia amico della squadra di Grosso che rischia ad ogni partita, ma tiene duro. Su di lui incombe l’ombra di Cosmi, l’allenatore che lo lanciò al Perugia. Gregucci ha chiesto i suoi coraggio ma anche più ordine, perchè ad Ascoli è andata in scena una partita con tanti errori e senza un filo logico. Non si dovrà essere larghi e lunghi, bensì compatti e corti e con la voglia di tenere alto il baricentro per consentire a Calaiò di ricevere tanti palloni senza dover correre troppo all’indietro. L’arciere ha preparato le frecce ed al Bentegodi ha già fatto centro in passato. Un ricordo da rinverdire proprio come quell’ultima vittoria granata.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto