SALERNITANA CAMALEONTICA. ANCORA CAMBI IN VISTA

Mai la stessa Salernitana. E sarà così anche domenica prossima. La squadra granata si scopre camaleontica. A tutti gli effetti. Non tanto nel modulo, quanto nelle pedine. In sette partite di campionato, infatti, Colantuono non ha mai mandato in campo dal primo minuto lo stesso undici dalla gara precedente. Una scelta condizionata anche da squalifiche e vari infortuni, ma che ha comunque radici profonde. Tecniche, tattiche ed anche di necessità tenendo conto della durata del torneo cadetto. Ma se è vero che l’undici base tende a cambiare spesso, è altrettanto vero che Colantuono non ha mai dato vita a delle vere e proprie rivoluzioni: non più di tre cambi a partita rispetto al match precedente, con l’unica eccezione della gara con l’Ascoli dove la rivoluzione, dettata però dal turno infrasettimanale, fu praticamente totale. Una scelta, quella dell’allenatore granata, confermata anche dal turnover adottato per ogni singolo reparto.

Partiamo dalle retrovie, sette partite e quattro difese differenti l’una dall’altra. Per due volte è stato schierato il terzetto composto da Perticone, Schiavi e Migliorini (contro Palermo e Lecce), così come quello formato da Perticone, Schiavi e Gigliotti (contro Padova e Benevento) e quello da Mantovani, Schiavi e Gigliotti (contro Verona e Cremonese), una sola apparizione invece per il quartetto Pucino, Mantovani, Schiavi e Gigliotti (contro l’Ascoli). Stessa alternanza anche qualche metro più avanti dove Colantuono non si è mai affidato più di due volte allo stesso centrocampo. Nella prima circostanza spazio al quintetto formato da Anderson, Castiglia, Di Tacchio, Akpa Akpro e Casasola (contro Padova e Benevento), nella seconda la scelta è ricaduta su Casasola, Castiglia, Di Tacchio, Odjer e Vitale (contro Verona e Cremonese). In aggiunta, poi, ci sono le altre tre opzioni utilizzate fino ad oggi: Casasola, Akpa Akpro, Di Tacchio, Castiglia e Pucino (contro il Palermo), Casasola, Akpa Akpro, Di Tacchio, Castiglia e Vitale (contro il Lecce), Mazzarani, Di Tacchio, Akpa Akpro e Di Gennaro (contro l’Ascoli). Una mossa dietro l’altra, un po’ come se quel rettangolo verde fosse una scacchiera dove anche il movimento di una singola pedina può cambiare le sorti di un’intera partita. Ed allora ecco spiegato perché anche in attacco non esiste ancora una coppia fissa. Rispetto agli altri reparti, però, delle parti dell’area di rigore avversaria lo stesso tandem, Djuric e Jallow, è sceso in campo per tre volte in questo avvio di campionato (contro Lecce, Benevento e Verona). In due circostanze, invece, hanno fatto coppia fissa Djuric e Vuletich (contro Palermo e Ascoli), una volta Djuric e Bocalon (contro il Padova) e, ultimo in ordine di tempo, Vuletich e Jallow contro la Cremonese.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta