SALERNITANA: IL CUORE E LA RAGIONE NEL GIORNO DELLA SFIDA AL GRANDE EX

Al Picchi di Livorno, in quella che da qualche mese è diventata la casa di Roberto Breda, chiamato al capezzale degli amaranto dal suo amico ed ex compagno in granata, Mauro Facci, la Salernitana si gioca una bella fetta di campionato. A Livorno non sarà una partita senza rilievo per i granata che devono fare risultato per evitare di essere risucchiati nella zona che scotta e che dovrebbero puntare al massimo, ossia ai tre punti, per non perdere anche le ultime speranze di playoff. Il tutto mentre in città infuria la bufera. Tra la società e la tifoseria è calato il gelo. Dopo la presa di posizione degli ultras, dalla proprietà non è arrivata alcuna reazione. Oggi gli ultras saranno presenti a Livorno ma non per incitare, bensì per contestare e manifestare dissenso verso squadra e società, colpevoli ciascuna a modo suo di aver ancora una volta disatteso speranze e promesse. E sembra quasi uno scherzo del destino che la rottura debba consumarsi proprio nel giorno in cui la Salernitana ritrova sulla sua strada Roberto Breda, capitano, allenatore, uomo simbolo di una delle più belle pagine della storia granata, ma presente anche quando le cose non andavano bene. Quanto servirebbero oggi uomini come Breda, capaci di assumersi le proprie responsabilità e di farsi garanti nei confronti della tifoseria che, da troppo tempo oramai, ha perso il gusto del confronto perchè dall’altra parte trova sempre un muro di gomma o, al massimo, le solite frasi di circostanza o peggio ancora il silenzio di una proprietà che ha compiuto il suo capolavoro nell’anno del Centenario, azzerando la passione ed inducendo anche i più irriducibili alla diserzione. Una sconfitta che dovrebbe far riflettere ed arrossire anche chi continua a trovare capri espiatori e a nascondersi dietro i soliti paraventi. Salerno merita rispetto e l’augurio è che la presa di posizione degli ultras possa servire a ricompattare l’ambiente e ad allontanare chi in questi anni ha tratto vantaggio proprio dalle divisioni che si sono create. Lotito e Mezzaroma avranno modo e tempo per capire le cause di una stagione che doveva essere del riscatto e delle soddisfazioni e che si è rivelata finanche peggio delle altre sotto alcuni aspetti e poi dovranno decidere se e come continuare o se passare la mano, mettendo al primo posto il rispetto per la piazza ed il bene della Salernitana, da tempo diventata una questione privata, per pochi eletti compresi in una sorta di cerchio magico che ora comincia a sgretolarsi.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto