E’ il reparto che fa le fortune di una squadra, perchè è quello di mezzo e deve garantire equilibrio. Il centrocampo è l’anima ed il segreto di una squadra vincente perchè dal suo rendimento e dalla qualità dei suoi interpreti deriva tutto il resto: protezione alla difesa ed assistenza all’attacco sono i compiti che il reparto nevralgico è chiamato a svolgere e, se vi riesce al meglio, va da sè che i risultati arrivino. In tre campionati di serie B la Salernitana non è mai riuscita a trovare una quadratura definitiva. L’innesto di Moro aveva innalzato il livello del centrocampo della squadra di Menichini a metà della stagione che si concluse con il ritorno in cadetteria, ma, una volta affacciatasi al piano superiore, la Salernitana ha denotato limiti e carenze strutturali. Al primo campionato cadetto si puntò sulle conferme di Pestrin e Moro, già in là con l’età, cui si aggiunse Sciaudone, ben presto rinnegato ed accantonato. A vestire i panni del salvatore della patria fu un giovanissimo Odjer, mentre Zito e Ronaldo, presi a gennaio, si fecero valere solo in parte. L’anno dopo, con l’avvento di Sannino in panchina, si sperava in un salto di qualità nel reparto mediano in cui furono inseriti Della Rocca e Busellato ed a gennaio venne ingaggiato Minala. Lieve, ma non certo sufficiente il miglioramento registrato tanto che all’alba della terza stagione in cadetteria ci si attendeva una decisa inversione di rotta che, invece, non c’è stata. Neanche nel campionato appena terminato la Salernitana ha cambiato passo a centrocampo dove pure sono arrivati diversi volti nuovi: Signorelli, Ricci, Kiyine hanno avuto alti e bassi come tutta la squadra. Ed ora, con alle porte il quarto campionato di B consecutivo, la Salernitana è chiamata a fare meglio e proprio la maniera in cui interverrà sul mercato per ristrutturare il centrocampo sarà la prova più tangibile delle reali intenzioni della società. Il diesse Fabiani lavora da tempo su Del Pinto, mentre dalla Lazio potrebbe partire Di Gennaro. Aggiungere qualità, forza fisica e non rinunciare alla freschezza dei giovani: potrebbero essere queste le linee guida da seguire per la svolta a centrocampo dove occorre rispondere al segnale di SOS che da troppo tempo non viene raccolto.
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