C’erano una volta i gemelli del gol granata. Massimo Coda ed Alfredo Donnarumma hanno disputato due stagioni insieme sotto il cielo dell’Arechi, garantendo un fatturato complessivo di oltre cinquanta gol. Non male, certo. Anzi. Soprattutto, se si pensa che entrambi erano giunti in granata nell’estate 2015 a costo zero, commissioni escluse. La cessione di Coda al Benevento ha fruttato alla Salernitana circa tre milioni di euro, bonus compresi, generando una plusvalenza notevole che è valsa, almeno si spera, a colmare il deficit di bilancio che tanto preoccupava i patron. Alfredo Donnarumma sembra destinato a seguire quanto prima le sorti del suo ex gemello: anch’egli lascerà la Salernitana, ma non attraverso una cessione. Da giorni si parla dell’ipotesi di una rescissione del contratto in scadenza tra un anno: non è chiaro perché la Salernitana debba rescindere e separarsi da un calciatore che è pur sempre un suo patrimonio, anziché ricavare qualche euro dalla sua cessione. Nel calcio di oggi va così. Molti calciatori sotto contratto rescindono prima di firmare nuovi accordi ed in questo modo tra società non avviene nessuno scambio di contratti né di moneta. E’ una prassi che certo non contribuisce a dare di queste operazioni un’immagine di chiarezza e trasparenza, ma tant’è. Anche Daniele Sciaudone rescisse il suo contratto con la Salernitana prima di passare definitivamente allo Spezia e la stessa cosa fece Milinkovic a metà della stagione 2015-16. Due esempi, ma potremmo citarne anche altri. Sarebbe bello, illuminante ed anche opportuno che chi di dovere spiegasse perché si ricorra a questa procedura anziché seguire la logica del mercato secondo cui un calciatore sotto contratto va ceduto e non regalato, a meno che non siano intervenuti altri fattori. Dopo la cessione di Coda, dunque, ci si appresta a congedare Donnarumma, ma non è finita qui. Busellato, appena riscattato dalla Salernitana, è già pronto a trasferirsi al Bari. Nel caso del centrocampista veneto non si dovrebbe procedere alla rescissione, parola che non vuol nemmeno sentire pronunciare Antonio Zito che non vorrebbe lasciare Salerno, pur non rientrando nei piani del club granata per nulla disposto a sostenere il suo ingaggio e meno che mai quello di Raffaele Schiavi. Col centrale di Cava de’ Tirreni sarà difficile trovare un accordo perché Lotito non ama concedere laute buonuscite. Vedremo se si arriverà all’intesa per la rescissione o se il matrimonio proseguirà in regime di separati in casa finché non si troverà una soluzione che accontenti tutti. Ancor più dispendioso e pesante per le casse sociali è il contratto di Alessandro Rosina, il grande cruccio dei patron, consapevoli, a distanza di dodici mesi, che la scommessa fatta l’estate scorsa non sia stata certo un affare. Chissà se rescinderà il suo contratto Joao Silva, proposto alla Sambenedettese senza, per ora, riscontri particolarmente entusiastici.
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1 commento su “SALERNITANA, LA STAGIONE DEGLI ADDII”
Barry Allen
(Giugno 30, 2017 - 5:25 pm)Salernitana pazza idea Berbatov
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