Il pari con l’Ascoli non ha soddisfatto Lotito ed i tifosi, ma non ha spento la passione di questi ultimi. Stamattina, in pochi minuti, sono stati polverizzati gli ottocento biglietti del settore ospiti dello stadio Partenio dove, domenica pomeriggio, andrà in scena il derby tra lupi e granata. Sarà il terzo derby consecutivo in cadetteria dopo i due persi dai granata in Irpinia, uno con Torrente e l’altro con Bollini in panchina. Se è vero che queste sfide di campanile sono sempre particolari e sfuggono ad ogni pronostico, ci si augura che la Salernitana sappia andare controcorrente e sfatare la recente tradizione negativa per quanto concerne le partite giocate ad Avellino. Due anni fa, il derby sapeva tanto di prova di appello per Torrente che restò in sella, nonostante il ko, anche se solo per poche settimane. Lo scorso anno, il derby cadde alla vigilia di Natale e non fu certo un bell’antipasto del cenone per i tifosi granata. Questa volta arriva in una fase ancora embrionale del campionato, ma vale, comunque, tanto. Prestigio, morale, classifica: tutto è in gioco in un derby e chissà, forse, anche la panchina di Bollini potrebbe esserlo visto che anche dopo il pareggio interno con l’Ascoli al tecnico non ha risparmiato frecciate e rimproveri Claudio Lotito. Se la Salernitana non è riuscita a vincere in casa, l’Avellino schiuma rabbia per la sconfitta in rimonta a Bari e, dunque, su ambo i lati ci sarà voglia di riscatto anche perchè, se è vero che siamo all’inizio, è altrettanto vero che la classifica è corta da far paura e da non consentire a nessuno di perdere occasioni e punti che, in futuro, potrebbero essere amaramente rimpianti. A cinque punti dalla vetta e con due soli punti in più sulla coda della classifica, la Salernitana non deve guardare che a se stessa e pensare a fare punti per tenersi lontana dai guai. La tendenza al pareggio dei granata è stata confermata anche contro l’Ascoli, ma ad Avellino un pari avrebbe un valore diverso. Se poi la squadra di Bollini trovasse l’antidoto alla pareggite proprio nel derby, la cosa farebbe felici tutti. Contro l’Ascoli si è vista una squadra penalizzata dalle assenze e da alcune pecche croniche a cui è mancato un pizzico di convinzione e forse qualche guizzo dalla panchina, ma sulla storia della gara ha inciso la prodezza di Adamonis che ha parato un rigore ed evitato ai suoi di trovarsi per l’ennesima volta nelle condizioni di dover rimontare. Nella ripresa sono mancati precisione e cinismo, figli di una madre chiamata qualità, quella che nella rosa granata non abbonda di certo.
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