Espugnato anche il fortino di Vincenzo De Luca. Il vento impetuoso di cambiamento non ha risparmiato neanche l’antica roccaforte del PD, quella che era considerata una fortezza blindata, quella tanto per intenderci del 70% fisso. A farne le spese Piero De Luca sconfitto da Nicola Provenza ed ora in trepidante attesa dell’esito del proporzionale, del dato di Caserta dove però i democratici sono ben al di sotto del trend nazionale. Tutto sommato ha tenuto, pur perdendo, la coalizione di Centro-Destra, ma più di ogni altra cosa – come detto – spicca il crollo del partito democratico, uscito con le ossa rotte sia a livello regionale che, soprattutto a livello locale ed ora necessariamente costretto ad una seria e profonda riflessione interna che potrebbe portare ad un autentico repulisti. A rischio la tenuta del Governo regionale dove, ancora di più Vincenzo De Luca sarà assediato dalle opposizioni, tutta da verificare la coalizione abbastanza eterogenea a Palazzo di Città dove da tempo si registravano inattesi e imprevisti mal di pancia. La sconfitta di De Luca, di fatto, apre una fase nuova della politica, con molti centristi pronti a smarcarsi e qualche deluso pronto a consumare la vendetta. Fine dell’impero? Presto per dirsi, di fatto si registra una fatto nuovo: dopo un ventennio di dominio incontrastato, il sistema deluchiano appare vulnerabile come mai in passato e la sconfitta incassata dal primogenito del Governatore è specchio fedele. Il trionfo dei grillini. La new entry Provenza e l’uscente Cioffi, dunque, hanno sbaragliato il campo e se per l’ingegner Cioffi il cammino sembrava in discesa fin dal primo momento, non altrettanto può dirsi per il medico-allenatore figlio d’arte Nicola Provenza, premiato dal trend nazionale ma anche, evidentemente, dalla sua assoluta estraneità alle cose di governo locale. Si dirà, un conto sono le politiche altro le amministrative dove, giusto ricordarlo, nell’ultima tornata il Movimento fu costretto a cedere il passo causa una faida interna che portò all’eliminazione della lista. Dunque, mancherebbe un raffronto con quello che è stato il recente dato amministrativo salernitano, c’è, invece e fa tremare vene e polsi il raffronto in casa PD che accusa un crollo vertiginoso, mai così in basso nella storia dell’ultimo quarto di secolo, una sconfitta che, proprio per le dimensioni sta già determinando una profonda riflessione interna.
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