“SALERNO E’ MIA E IO LA DIFENDO” –

Con il il Solenne Pontificale presso il Duomo di Salerno celebrato dall’Arcivescovo Monignor Luigi Moretti si è dato ufficialmente il via questa mattina alle celebrazioni religiose in onore del Santo Patrono Matteo, un rituale che si ripete ogni anno e che ogni anno riesce comunque sempre a rinnovarsi, sempre al passo con i tempi. Perchè il segreto della festa patronale di San Matteo è proprio quello di conformarsi alla realtà, alla contemporaneità. San Matteo e i salernitani; un legame forte, troppo forte come ha avuto modo di ribadire nei giorni scorsi l’arcivescovo Moretti, ancora stupito dalla

circostanza nonostante ormai sia da anni alla guida della chiesa salernitana. Perchè? Tutto nasce dalla frase “Salerno è mia e io la difendo”, concetto chiaro, nitido trasparente che rende l’idea del legame speciale ed indossolubile tra l’evangelista e la città. Come è noto è attribuito proprio a Matteo il merito di aver salvato la città di Salerno dall’incursione dei saraceni nel 1544. Si narra che le navi nemiche si avvicinavano alla costa e i salernitani, spaventati, corsero a cercare riparo nella Cattedrale, invocando proprio il Santo. D’un tratto, il cielo sereno si incupì e arrivò una bufera che disperse le navi nemiche ormai prossime allo sbarco che avrebbe determinato morte e distruzione. Da allora, sullo stemma della città di Salerno, campeggia l’effigie del Santo che, con la mano destra, benedice la sua terra.

Autore dell'articolo: Marcello Festa