STOP AGLI OPG, MA LA FOLLIA FA PAURA – VIDEO

Aveva problemi psichici Giovanni De Vivo, l’uomo di trentadue anni che ha strangolato sua madre e la sorella. Ma seppur fosse in trattamento viveva con i suoi familiari, coloro che sono diventati un peso per lui fino a pensare di doverli eliminare. Non è la prima volta che persone come lui arrivino a compiere gesti estremi, né l’ultima per dire che soggetti che possono diventare di difficile gestione dovrebbero essere seguiti ed analizzati da personale specializzato seppur continuino a vivere nei loro ambienti familiari, per evitare tragedie come quella registrata ieri a Mercato San Severino. Salerno torna alla ribalta con un raptus incontrollabile che porta alla morte di due persone che riporta alla mente Lino Renzi, ‘uomo che nel luglio del 2013 uccise la madre Maria Pia Guariglia di 77 anni, fece il corpo a pezzi e successivamente ne mangiò alcuni resti, per essersi rifiutata di chiamare l’esorcista, ora processualmente capace. Rimane comunque un soggetto pericolosissimo, per ora all’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa ma presto si dovrà valutare dove mandarlo. Un brutto giorno, l’ultimo anche quello di Mario Casolaro il 73 enne scaraventato nel novembre del 2009 sugli scogli del lungomare da un 24enne di Giffoni Valle Piana anche in questo caso, malato di mente.

Follia che fa paura, che tiene sempre con il fiato sospeso i familiari spesso nell’incapacità di gestire in casa malati di mente. Ma spaventa anche la chiusura degli Opg, se chiudono cosa accadrà per i ricoverati?

E se da un lato la riforma sanitaria, che impone di considerare il malato di mente non più da contenere in manicomio, ma un malato da far integrare nella società allo stesso tempo c’è da valutare che c’è una storia di ricoveri più o meno coatti, di cure ricevute più o meno volontariamente, di difficoltà di internare l’ammalato quando la fase delirante è acuta, di impossibilità per i medici di formulare esatte previsioni di pericolosità, e alla fine di affidamento alla sola famiglia o di abbandono per strada.

Vite di familiari spesso anziani, prese dalla necessità di proteggere il malato dalla società e da se stessi, la necessità di avere strutture ed ospedali per gestire ed accogliere malati che sono pericolosi conclamati. E se vent’anni fa si disse addio ai manicomi oggi si percorre la strada del superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari.

Le strutture che dovrebbero sostituirsi le comunità terapeutiche, le comunità alloggio, le case famiglia e le case albergo sono ancora troppo poche ed il deficit della spesa sanitaria difficilmente riesce a coprire e garantire la sicurezza per tutti i pazienti che non sempre possono restare nel contesto familiare ed andrebbero controllati e monitorati attentamente da medici e psichiatri.

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Autore dell'articolo: Barbara Albero