SULLA SEVERINO SCINTILLE TRA DE LUCA E CALDORO

La questione della legge Severino, con la spada di Damocle della sospensione per Vincenzo De Luca, infiamma la campagna elettorale in Campania. Si attende la decisione della Cassazione: le sezioni unite dovranno stabilire se la competenza in merito sia del Tar, come avvenuto finora, o del giudice ordinario, come ritiene la Procura generale della suprema Corte. Una campagna elettorale sulla quale arriva il pollice verso del presidente dell’Anticorruzione: “Andrò a votare ma senza entusiasmo”, ha dichiarato Raffaele Cantone dicendosi “turbato” dal fatto che “nessuno dei candidati abbia precisato cosa vuol fare per una Campania colpita da problemi gravissimi”. Ma il confronto tra i candidati oggi è concentrato su altro, la legge Severino e i suoi effetti. Condannato in primo grado per abuso d’ufficio, De Luca in base alla Severino incorrerebbe nella sospensione già scattata per lui quando era sindaco di Salerno: ma come avvenuto in quel caso, e come successo per il primo cittadino di Napoli Luigi de Magistris, il Tar potrebbe accogliere un eventuale ricorso e quindi sospendere la misura. L’orientamento della giustizia amministrativa è stato finora univoco, ma se la Cassazione spostasse la competenza sul giudice ordinario si aprirebbero scenari potenzialmente diversi, ovvero tempi più lunghi per una decisione anche se, affermati avvocati, sostengono il contrario. Di fatto il problema c’è, esiste ed è oggetto in queste ore di accesa disputa. Ad inizio campagna elettorale, Caldoro aveva detto di non voler utilizzare la Severino come arma contro l’avversario pur sottolineando l’esistenza di un “problema istituzionale” in proposito. “Resto garantista – ha sottolineato – ma qui il problema è un altro. La scelta del Pd campano di candidare Vincenzo De Luca è una scelta contro la legalità, contro le leggi dello Stato. In Campania un candidato che legittimamente aspira a essere eletto, nella più sciagurata delle ipotesi, non potrà ricoprire la carica di presidente della Regione. Ci sarà il caos istituzionale. Piccata la replica di De Luca: “Renzi è venuto qui a sostenermi dicendo che chi vince governa, il presidente pro tempore della Regione Campania se ne faccia una ragione. Caldoro ha cercato per un mese di parlare di problemi concreti ma non c’è riuscito; e così il suo consulente di immagine gli ha consigliato di tornare sulla legge Severino”. Del problema legge Severino il premier e segretario del Pd ha parlato nei giorni scorsi definendolo “superabile”. Candidare De Luca malgrado l’ipoteca della Severino “non è una contraddizione”, ha detto Renzi nel giorno dell’incontro a Salerno. La questione è insomma “chi sia il più adatto ad amministrare la Campania”, e Renzi al riguardo non ha dubbi.

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Autore dell'articolo: Monica Di Mauro