TERRACCIANO: LE MANI SUL DERBY

Lo scorso anno l’antipatica staffetta con Strakosha, fino a prendersi le chiavi della porta granata tra alti – pochi – e bassi, tanti. Quest’anno Pietro Terracciano ha incassato la fiducia della società, coprendo il ruolo di numero uno, senza nessun ballottaggio con Liverani e con la certezza di difendere i pali della Salernitana.

Il derby con l’Avellino di sabato prossimo ha una valenza doppia per il portierone di San Felice a Cancello, in provincia di Caserta. Quasi triplo se si considerano le sue origini in terra di Lavoro ed il fatto che Terracciano ha giocato nell’Avellino in serie cadetta, disputando 18 partite nel campionato 2013-2014. Da un anno e mezzo, il numero uno indossa i guantoni granata, è giunto in prestito dal Catania e potrebbe proseguire la sua carriera a Salerno in virtù di un diritto di riscatto in favore del club di Lotito e Mezzaroma, stipulato all’atto del trasferimento dalle pendici dell’Etna all’ombra dell’Arechi. Anche quest’anno, però, il numero uno granata sta alternando prestazioni dignitose ad autentiche amnesie tra i pali che spesso sono purtroppo costate care. Ancora una volta le uscite sembrano essere il tallone d’Achille del numero uno granata. Sicuro tra i pali, incerto lontano dall’area piccola. Talvolta anche troppo timido in quello che dovrebbe essere il suo regno, come si dice in gergo. Anche contro il Carpi, ad esempio, in occasione del gol del giovane Bifulco praticamente al 90esimo, Terracciano divide con il pacchetto arretrato le responsabilità sul sigillo del giocatore di origini partenopee.

Bollini è arrivato sulla panchina granata da appena 22 giorni, ma già si sta rendendo conto di pregi e difetti del reparto difensivo e dello stesso portierone granata. Non a caso, negli ultimi giorni, Terracciano è stato messo sotto torchio dal preparatore dei portieri Gigi Genovese, sulle uscite a presa alta… con lo stesso Bollini che ha sovente puntato l’indice sull’intero pacchetto difensivo che risulta schierato – troppo spesso imbalsamato verrebbe da dire – sulle palle inattive.

La Salernitana, infatti, continua a prendere gol sui calci da fermo e non sempre tutte le responsabilità sono del portiere. Bollini fino ad oggi ha optato per una tattica difensiva mista: si marca per zone, quasi per aree di competenza, ma ogni giocatore ha il suo uomo già prestabilito. Tutto perfetto sulla carta, peccato che la Salernitana continui a prendere sistematicamente gol con la media superiore di un gol a partita e con una frequenza impressionante sulle palle inattive. Sabato scorso lo sfogo di Vitale che aveva puntato l’indice sulla vecchia gestione tecnica. Oggi bisogna guardare avanti. Dietro l’angolo il derby del Partenio. L’occasione per vedere se il tanto inflazionato “stiamo lavorando” ha portato i suoi benefici, con Terracciano che abbassa la saracinesca e la Salernitana capace di mantenere inviolata la propria porta. Cosa purtroppo rara di questi tempi. Magari sarebbe un bel regalo sotto l’albero di Natale…

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta