MENO TRE AL DERBY: LUPI E GRANATA, VIGILIE DIVERSE

Il derby del Partenio si avvicina, l’attesa cresce ma le tappe di avvicinamento al match sono diverse. Ad Avellino la società apre le porte ai tifosi, cogliendo l’occasione della presentazione del nuovo sponsor per rafforzare l’unione tra squadra ed ambiente e far sì che la prima sia caricata e sostenuta dalla piazza. A Salerno, invece, la squadra di Bollini si allena nel più assoluto riserbo, in solitudine, lontano da occhi indiscreti – come nel rigoroso cerimoniale tanto caro ai vertici granata – ma anche distante dal cuore dei tifosi che, invece, avrebbero voluto incoraggiarla e sostenerla. In massa, spontaneamente, s’intende, e non su invito. Reduce dall’ennesimo pareggio stagionale, la truppa di Bollini è stata bacchettata dal diesse Fabiani e, a ruota, pure dalla proprietà come se ora il problema fosse la mancanza di grinta o di impegno, cosa che, in realtà, dovrebbe stridere con la circostanza che, pur con tutti i limiti derivanti da un mercato contraddittorio e confusionario, questa squadra ha rimontato partite che sembravano perse come quelle con Ternana, Pescara e Pro Vercelli ed anche a Parma ha recuperato un doppio svantaggio, mancando il sorpasso una volta in doppia superiorità numerica, ma mettendoci comunque cuore e volontà. Poi, però, per vincere le partite serve pure dell’altro. Lucidità nel gestire i momenti delle gare, cinismo nello sfruttare le occasioni, idee di gioco: il tutto starebbe dentro una parola, ovvero qualità. Quella che la Salernitana non ha in abbondanza e, del resto, se in difesa ed a centrocampo giocano più o meno quelli dello scorso anno ed in attacco si è pensato di sostituire Coda e Donnarumma con un quasi esordiente in B, Bocalon, peraltro non più giovanissimo, e con Rodriguez che a Cesena era spesso in panchina, allora poi convogliare tutte le colpe sulla squadra, assaporando il gusto dell’ennesima rivoluzione alla riapertura del mercato, magari accompagnata anche da un possibile avvicendamento in panchina, è un esercizio fin troppo facile. Ognuno, sia chiaro, può scegliere la strategia che ritenga più adatta sia nell’allestimento della squadra sia nella preparazione di una partita speciale come il derby, ma poi deve assumersi le sue responsabilità. Asettica più di una sala operatoria, la Salernitana, prossima a traslocare i suoi uffici ancora un po’ più lontano dal cuore della città, fa di tutto per anestetizzare emozioni, sentimenti, pulsioni, in una parola la passione dei tifosi. Quelli che la seguono sempre e comunque, anche se non gradiscono certe scelte, quelli che, magari, restano a casa ma soffrono, quelli un po’ disillusi perchè non c’è gusto se non si può nemmeno sognare. Quelli a cui non interessa di chi sia la colpa, ma che vorrebbero, magari, sentire parole nuove, seguite da fatti concreti. Magari nei prossimi giorni la Salernitana aprirà le porte ai tifosi, magari riterrà opportuno rompere il triste e consolidato copione delle dichiarazioni precotte da scongelare alla vigilia, magari, soprattutto, vincerà il derby sfatando il tabù del Partenio che in B i granata non hanno mai espugnato. Breda l’ultimo eroe di un successo granata in campionato, ma era serie C, Soligo l’ultimo ad aver garantito, con un suo gol, almeno un punto ai granata in cadetteria. I tifosi pensano al prossimo uomo derby e, forse, dopo le bacchettate della società, un po’ di calore a questo gruppo che convive con l’emergenza da settimane non farebbe male.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto