La stagione del Centenario sarà ricordata come quella degli eccessi. La Salernitana è passata da un opposto all’altro, salendo e scendendo dalle montagne russe come fosse ad una luna park, luogo in cui si vendono e comprano sogni ed illusioni. E così è stata la stagione della Salernitana, partita con l’obiettivo di centrare i playoff per poi ripiegare su una tranquilla salvezza. E pensare che, a novembre scorso, l’ex trainer granata, Stefano Colantuono, in un paio di interviste a radio ed emittenti nazionali si era sbilanciato al punto da ammettere che il traguardo finale che si voleva tagliare fosse la promozione in massima serie. Un sogno, alla luce di quanto è poi accaduto nel corso del campionato, la cui scadenza è stata spostata di un anno dalla proprietà che ha promesso impegno e sforzi senza risparmio per conquistare la serie A nel 2020, senza comprendere che non è la categoria ma il progetto, non è il risultato ma il percorso che si affronta a fare la differenza. E nella stagione degli eccessi capita pure che la Salernitana sia capace di vincere a Palermo, sul campo dell’allora capolista, e di perdere a Carpi, contro una squadra che, fino a quel momento, non aveva mai vinto in casa. E ci sta pure che si segnino quattro gol ad Ascoli e finanche contro il Cittadella, presentatosi a Salerno col titolo di miglior difesa della B, ma poi si resti a digiuno di punti e di gol in tante trasferte. Da cinque gare esterne di fila, infatti, la Salernitana perde ed a Brescia non è riuscita a segnare contro una squadra che pure qualcosa concede in difesa e questo nonostante Gregucci abbia schierato Rosina con Djuric e Jallow inizialmente, buttando nella mischia, in corso d’opera, pure Calaiò ed Andrè Anderson. Insomma, quasi tutto il potenziale offensivo di cui dispone, capace, secondo alcune rilevazioni statistiche, di produrre una miriade di pericoli per la porta bresciana. Eppure, l’unico tiro destinato allo specchio della porta è stato di Casasola, che si è visto strozzare in gola l’urlo del gol dal salvataggio di Bisoli. Casasola è tutt’ora il capocannoniere granata pur non facendo di mestiere l’attaccante. Anche questo un dato in linea con una stagione fatta di eccessi e contraddizioni, come quelle registrate nel rapporto con la piazza, ciliegina sulla torta di un dolce mal riuscito perchè nell’anno del Centenario i tifosi speravano di soffiare tutti insieme su una torta con candeline granata ed invece devono ancora trattenere il fiato per una salvezza che bisogna conquistare sul campo contro il Carpi, squadra contro cui la Salernitana non ha mai fatto punti in tre campionati. Sfatare questo tabù sarebbe un evento normale, vista la posizione di classifica della squadra di Castori, ma in una stagione da montagne russe rischia di diventare un successo senza precedenti.
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