Ci sono appuntamenti a cui non si può mancare, ci sono occasioni da non rimandare. Altro che 32 dicembre, film di Luciano De Crescenzo di un po’ di anni fa, la Salernitana deve celebrare il suo Capodanno con un giorno di anticipo. Questo 30 dicembre deve essere il giorno buono per tornare alla vittoria per la squadra granata che in casa non fa bottino pieno dal match con la Ternana. Bollini ha steccato l’esordio all’Arechi, perdendo col Carpi anche a causa delle solite distrazioni difensive, che si sono puntualmente riproposte ad Avellino, ed oggi proverà a sparare i fuochi d’artificio: tre punti contro il decimato ed incerottato Perugia, altra squadra che, come il Carpi, è a vocazione spiccatamente corsara, per girare a quota 24 e regalarsi un p0′ di serenità prima di tuffarsi a capofitto nel mercato, banco di prova decisivo per appurare le intenzioni della proprietà e per dar modo al diesse Fabiani di riscattare gli errori commessi in estate. Dopo le aperture di credito e le tregue, dopo le dimostrazioni d’affetto, magari anche un po’ sollecitate, la tifoseria ha cambiato strategia. Ultras sul piede di guerra, stanchi di parole e promesse, e, soprattutto, di veder perdere la Salernitana non perchè inferiore all’avversario ma troppo spesso perchè vittima di raptus autolesionistici. Prima in sede di mercato, poi in campo come in panchina, troppo spesso, finora, la Salernitana si è fatta male da sola ed oggi dovrà riuscire ad essere attenta, cinica e concreta come poche volte ha fatto nel girone di andata. Servono punti, meglio ancora se tre tutti insieme, perchè la classifica è mortificante e va quanto meno rimpinguata. Un successo per ritrovare un timido sorriso, prima di rifarsi il trucco a bocce ferme. La piazza attende, ma non promette un abbraccio caldo. All’Arechi, quest’oggi, farà freddo. Vento e temperature in ribasso contribuiscono a rendere gelido il clima intorno alla squadra granata, che non è riuscita a scaldare i cuori dei tifosi pur avendo ricevuto tanto finora. Il dato della prevendita fa prevedere che oggi potrebbe esserci il minimo stagionale in fatto di presenze allo stadio ed è questa la sconfitta più grande per la proprietà che ancora una volta ha preferito una politica senza slanci e senza prospettive, badando al minimo indispensabile, usando il colpo Rosina come il tappeto sotto cui le casalinghe meno scrupolose nascondono la polvere dei loro salotti. Oggi la Salernitana deve scrollarsi di dosso questa polvere, questo senso di smarrimento ed impotenza, tipico di chi naviga a vista. C’è un obiettivo da centrare in questo penultimo giorno del non certo – calcisticamente – felice 2016 in cui la Salernitana ha vinto poco e deluso spesso. Non basta una partita per pareggiare i conti, ma i tre punti sarebbero una bella iniezione ricostituente in vista di gennaio. Chiudere col botto un anno senza acuti, per poi rimboccarsi le maniche affinchè il prossimo sia migliore – e non è che ci vorrebbe tanto – ma, soprattutto, caratterizzato da programmi chiari e scelte mirate. Lotito e Mezzaroma sono imprenditori navigati a cui non sfugge, di certo, la voglia di Salerno di crescere ancora e di rispecchiarsi in un progetto importante da costruire giorno dopo giorno, senza fuochi d’artificio ma con dedizione ed attenzione.
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