SALERNITANA: SERVONO I RINFORZI PER LA SFIDA CON MOU

La prestazione offerta a Bologna è stata ricca di spunti. Luci ed ombre, pregi e difetti, ma soprattutto le lacune numeriche e qualitative si sono riproposte al cospetto di un avversario che non era né in salute né in giornata. Al Dall’Ara, insomma, con qualche freccia in più da scagliare, specie a gara in corso, Castori avrebbe potuto fare il colpaccio ed infatti al termine del match il trainer granata ha parlato di tre punti persi più che di uno lasciato sul prato. Ed è questo l’aspetto di cui tener conto. La differenza tra vincere e perdere le partite in massima serie è fatta da piccoli particolari. Il confine tra vittoria e sconfitta è labile e sarà necessario non lasciarsi alle spalle durante il cammino troppe occasioni come quella capitata domenica scorsa. La squadra granata ha coraggio, forza fisica, mentalità adatte alla battaglia, ma il salto di categoria va metabolizzato ed il processo può richiedere tempi difficili da prevedere. Per renderli più certi e più brevi le matricole cercano di aggrapparsi all’esperienza ed alla conoscenza pregresse di chi ha già calcato certi palcoscenici. La Salernitana, finora, ha inserito in rosa Bonazzoli, Simy ed Obi che hanno frequentato la massima serie. Ha confermato Belec, Gyomber, Capezzi, Jaroszjsnki, Djuric che qualche reminiscenza della massima serie l’hanno ripescata nel proprio bagaglio personale e può contare su un Mamadou Coulibaly che ad Udine ha assaggiato appena la categoria ma che ha già dimostrato di poterla affrontare con grande personalità. Tuttavia, manca ancora qualcosa sia in termini di esperienza sia in termini di qualità. Due volte in vantaggio, la squadra granata non è riuscita a spegnere agonisticamente la partita, abbassandone i ritmi e, con essi, facendo scemare il furore cieco del Bologna cui i due schiaffi in faccia avevano procurato dolore e fastidio. I felsinei hanno rimontato di nervi, d’orgoglio, di rabbia perché perdere contro una neopromossa, dopo la figuraccia in Coppa, proprio non era una prospettiva a cui rassegnarsi. In quei momenti, specie dopo il secondo vantaggio, la Salernitana non ha avuto la capacità di governare la partita, magari anche attraverso l’inserimento di forze fresche dalla panchina che potessero sfruttare con più forza e lucidità le incertezze e le paure del Bologna. All’orizzonte già si staglia la sagoma di José Mourinho, tecnico che ha carisma da vendere e che ha già cambiato pelle e testa alla Roma, i cui calciatori ora pendono dalle sue labbra. Per sfide come quella in programma domenica all’Arechi, ma in generale per affrontare al meglio delle proprie possibilità tutto il campionato, servono altri innesti che portino qualità, conoscenza della categoria, forza fisica e personalità per reggere l’urto di un campionato che perdona poco o niente ed in cui basta concedere mezzo metro ad un attaccante o far passare un pallone oltre il primo palo su corner per uscire dal campo tra gli applausi ma senza punti. E sono questi alla fine quelli che contano.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto