Traguardo finale o ennesimo passaggio intermedio e senza effetti? Cosa sarà il 15 novembre, data ormai cerchiata in rosso da tempo, per quanto concerne gli esiti della vicenda societaria della Salernitana lo scopriremo presto. Già in passato i trustee avevano indicato dei termini che, negli auspici di massa, avrebbero dovuto portare al risultato finale tanto atteso e che, all’atto pratico, non hanno portato a sviluppi concreti. Tra notizie di interessamenti e smentite immediate, tra l’ostinazione di chi continua a voler far passare il messaggio che nessun imprenditore sia mai stato vicino all’acquisto del club o nemmeno mai realmente interessato, anche prima del varo del trust, l’unico dato di fatto inoppugnabile è che la Salernitana sta soffrendo sotto tutti i punti di vista per questa situazione. I patron uscenti, ora definiti disponenti, avrebbero potuto e dovuto garantire al club da loro stessi rifondato un futuro migliore, a prescindere dall’imprevisto approdo in massima serie dello scorso maggio. Non era pensabile, del resto, che a vita si cristallizzasse una situazione di bigamia societaria e, visto che mai s’erano registrate aperture circa un possibile ammorbidimento delle limitazioni in tema di multiproprietà (specie con riferimento al grado di parentela), la domanda resta sospesa nell’aria: perché mai Lotito e Mezzaroma non si siano mai posti il problema della loro successione attraverso una normale cessione della società senza passare per i paletti stretti del trust? Cosa o chi ha fatto in modo che la Salernitana dovesse arrivare a vivere una situazione così particolare nel panorama calcistico nazionale? La serie A affrontata in questa maniera, come chiunque avesse un minimo di indipendenza di pensiero aveva paventato, sarebbe stata ancor più difficile di quanto già non fosse per una matricola. A ciò si sono aggiunti errori in fase di mercato che sono svincolati dai problemi di budget ed il risultato è sotto gli occhi di tutti. Per fortuna, nonostante tutto, la situazione non è ancora irrimediabile. Occorre, però, fare presto e, soprattutto, fare in modo che la società possa avere una nuova vita e, dunque, una vera e ben identificata proprietà che garantisca un netto taglio col passato e con il presente e che programmi il futuro. Il 15 novembre è ormai alle porte, si spera che dai trustee arrivino comunicazioni importanti. Tirarla ancora per le lunghe non è certo l’auspicio di chi abbia a cuore le sorti della Salernitana.
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