Con il comunicato diffuso questa mattina i trustee Bertoli ed Isgrò hanno confermato quanto era circolato nelle scorse ore e che, cioè, non ci siano offerte che possano essere considerate ricevibili in base ai parametri fissati dall’atto del trust. Problemi di vario genere, mancanze formali e sostanziali, anche economiche (probabile il riferimento alla questione della caparra) alla base della mancata cessione. Eppure, col precedente comunicato del 9 dicembre scorso, dai trustee sembrava fosse giunto l’assist che la piazza aspettava da tempo. Quel comunicato lasciava intendere, almeno ad una interpretazione letterale del testo, che le offerte ci fossero e che si dovesse solo scegliere la migliore. Questo sulla base del fatto che nella nota del 9 dicembre non si accennasse più a vizi, difetti o mancanze come, invece, era accaduto il 16 novembre, giorno in cui era stato diramato il comunicato più discusso per i toni allarmistici. Nella nota odierna i trustee hanno ribadito che fino al 31 dicembre svolgeranno il proprio mandato ma segnalano a Figc e disponenti la necessità di valutare il da farsi dopo quella data e, tra le righe, lasciano intendere che la proroga sarebbe la soluzione auspicabile per permettere alla Salernitana di chiudere il campionato e, nel caso il mandato fosse rinnovato, a loro stessi di proseguire nella ricerca di un compratore. Lo scenario tratteggiato oggi dai trustee era stato in qualche modo anticipato ieri dal comunicato della Figc che, nel convocare per il 21 dicembre il prossimo consiglio federale, inseriva tra gli argomenti all’ordine del giorno la situazione della Salernitana. Ed ora cosa succederà? Quello che molti temevano a luglio si sta verificando oggi, ossia che neanche il trust sarebbe stata la soluzione al problema societario. Resta da capire quanto sia stata e se mai sia stata vicina a cambiare proprietà in questi mesi la Salernitana e se la vicenda inedita e particolare del club di Lotito e Mezzaroma non sia stata ancora una volta il pretesto per portare avanti guerre di posizione in altre sedi. Ora, però, il tempo è davvero scaduto. La città si sente tradita ed abbandonata, come anche la squadra. Domani si gioca all’Arechi contro l’Inter, ma della partita ormai interessa poco se non niente ai più. Ed è questa la sconfitta più grande per tutti coloro che a vario titolo hanno partecipato al teatrino chiamato trust.
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