Ieri sera la Salernitana è tornata a casa. Da oggi e fino a mercoledì, senza i nazionali, la squadra si allenerà al Mary Rosy. Poi ci sarà il rompete le righe anticipato rispetto al solito ed al ritorno scatterà un vero e proprio ritiro precampionato. Ci sarà, infatti, tanto tempo dai primi di dicembre per preparare il ritorno in campo. Alla ripresa ci sarà il Milan, primo di quattro avversari da affrontare in rapida successione per chiudere l’andata. Torino, Atalanta e Napoli gli altri tre incontri in calendario prima di tuffarsi nella parte discendente della stagione. Ci sarà di mezzo il mercato, ma prima sarà il momento delle riflessioni. 17 punti in 15 giornate e 10 punti di vantaggio sulla zona retrocessione: i numeri dicono questo della Salernitana che è stata protagonista di belle prestazioni ma anche di prove da dimenticare. Tutto sta nel sapere bene dove si voglia andare, nel fissare con nitore obiettivi e traguardi, quindi la premessa è sempre quella di luglio: cosa si chiede a questa squadra ed al suo allenatore? Se l’obiettivo è la salvezza, allora il rendimento è in linea con il traguardo da centrare. Se si chiede di stare stabilmente nella parte sinistra, allora all’appello manca qualche punto. Forse, ora come ora, più che essere decimi o tredicesimi, alla Salernitana dovrebbe interessare altro: partendo dalla premessa che è fondamentale mantenere la categoria, il club granata dovrebbe chiedere conto e ragione al direttore sportivo ed all’allenatore perché tutto ciò che in termini economici è stato immesso sul mercato abbia portato al bottino attuale e, soprattutto, a far sì che la squadra alternasse buone partite ad altre meno buone, esaltandosi quando c’è da aspettare e ripartire e smarrendosi quando il copione richiederebbe delle correzioni sul tema. La rosa secondo la proprietà è di assoluta qualità. E’ proprio così? Non ci sono lacune? Tutti i calciatori a disposizione hanno reso al meglio? Se qualcuno non l’ha fatto, il motivo qual è? Riflettere, ponendosi queste ed altre domande e poi tirare una linea: mancano 23 partite alla fine del campionato e pare impensabile, oltre ad essere controproducente, che si possa andare avanti alternando momenti in cui la fiducia in ds e tecnico è massima ad altri in cui tutto torna in discussione. Se si ritiene che il mercato sia stato di qualità, allora la posizione del ds De Sanctis è blindata e, forse, lo è meno quella del tecnico. Se si ritiene che sia sul mercato sia sul campo si sarebbe potuto fare meglio, allora più che mettere in discussione i professionisti la via scelta dalla proprietà potrebbe essere quella di un vero, profondo e sincero confronto a tutto campo per gettare le basi per un mercato di consolidamento a gennaio e per una seconda parte di stagione senza equivoci e frizioni e con risultati anche migliori di quelli fin qui ottenuti che non possono comunque essere sottostimati.
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