IL TATUAGGIO, PROVA CHIAVE, HA TRADITO ANTONIO ADAMI: ARRESTATO DALLA POLIZIA –

La sua identità era chiara fin da subito, tradito anche da un tatuaggio molto visibile al lato destro del volto, una prova chiave , ma ci sono volute alcune ore in più per rintracciarlo e arrestarlo. Antonio Adami, 42 anni, salernitano, è stato bloccato dagli agenti della Squadra Mobile di Salerno dopo essersi rifugiato nell’abitazione di una donna nel quartiere Matierno, un po’ piu’ lontano dal suo domicilio abituale. E’ ora accusato di tentata rapina e tentato omicidio.

L’arresto è avvenuto ieri mattina quando i “Falchi” hanno fatto irruzione nell’abitazione della zona collinare.  Durante la perquisizione, gli agenti hanno rinvenuto anche la pistola calibro 7.65 utilizzata nei tentativi di rapina, nascosta sotto un cuscino. I dettagli che hanno portato gli agenti della polizia di stato e della squadra mobile diretta dal vicequestore Elvio Barbati, sono stati illustrati ieri pomeriggio nel corso di una conferenza stampa che si è svolta convocata dal Procuratore Giuseppe Borrelli alla presenza del questore Giancarlo Conticchio.

Adami è ritenuto il responsabile di due tentate rapine avvenute nella notte tra sabato e domenica. La prima è stata consumata al bar “In Piazza” in via Posidonia, dove ha sparato un colpo contro il barista – sfiorando la tragedia per pochi centimetri. La seconda è avvenuta al distributore di carburanti lungo la tangenziale nei pressi dell’uscita di San Leonardo, dove ha colpito un dipendente con il calcio della pistola.

Le indagini sono scattate immediatamente. L’incrocio delle immagini delle telecamere di sorveglianza del bar e del distributore, insieme a quelle presenti lungo il tragitto tra i due luoghi, ha permesso agli investigatori di identificare il sospetto. Inutile il tentativo di Adami di coprirsi il volto con un casco o un cappellino: un tatuaggio sul lato destro dell’occhio, visibile anche con il casco integrale, lo ha tradito. Gli agenti lo monitoravano già dopo la denuncia dei fatti, era già noto alle forze dell’ordine, già finito in carcere in passato per altre rapine compiute con armi ed aggressioni,  “Lo avevamo già identificato lunedì” , ha dichiarato  il procuratore Giuseppe Borrelli. È stato un lavoro silenzioso, a distanza, per studiare i suoi spostamenti e attendere il momento giusto per intervenire.

Autore dell'articolo: Barbara Albero