CETARA, I FUOCHI E LA FESTA TRA IL DOLORE PER LA TRAGICA MORTE DI SALVATORE CASO –

The show must go on e alla  fine i fuochi d’artificio si sono fatti a Cetara nonostante il dolore e lo sgomento  per la tragedia che ha colpito due famiglie della comunità del borgo nel giorno del santo patrono, san Pietro. Da un lato i parenti e gli amici della vittima, Salvatore Caso, pescatore di 75 anni, travolto ed ucciso mentre insella alla sua bici alle prime luci dell’alba stava facendo la sua consueta pedalata, dall’altra la famiglia  del sindaco di Cetara, Roberto Fortunato Della Monica, la cui  primogenita, una ragazza di 22 anni  era alla guida della ds7 con valori di alcool  più alti dei consentiti.  E’ stato il primo cittadino  ieri a rompere il silenzio sulla tragedia annunciando di aver in segno di lutto sospeso gli eventi collaterali, come la sua partecipazione alla processione e  l’incontro con le autorità nella torretta di Cetara. Ma il primo cittadino ha motivato la scelta  in segno di lutto per la vittima, che aveva esercitato l’attività di pescatore anche sulle imbarcazioni della sua  famiglia. Non è cosi per Pina Pellegrino, nipote di Salvatore che affida ai social un suo sfogo: “La festa di San Pietro si doveva fare perché per tutti i cetaresi è una giornata che si aspetta tutto l’anno e che avrebbe voluto anche mio zio Salvatore”.  Ma il sindaco Della Monica ha annullato gli eventi istituzionali e si è recato personalmente sul posto non per esprimere il proprio cordoglio, ma solo perché la ragazza di 22 anni che ha investito mio zio era sua figlia”.  Sull’incidente indagano i carabinieri della compagnia di Amalfi che stanno ricostruendo la dinamica. Sembrerebbe infatti che la ragazza alla guida della vettura, una DS7 di proprietà del padre,  non si sia subito fermata e sia tornata successivamente invitata da altri automobilisti che avevano assistito alla scena. Salvatore  che ha urtato la testa ’auto,   contro il cancello di una villa sul lato mare della carreggiata. L’impatto è stato fatale  E per lui, non c’è stato nulla da fare . “Affidiamoci ora alla giustizia terrena nella speranza che venga fatta in questo mondo di corruzione, corrotti, corruttori e insabbiatori… Mio zio era un uomo buono e non meritava questa fine. Che San Pietro lo abbia in gloria”: sono le dure parole che la nipote affida ad un commento sui social.  La patente è stata  ritirata, mentre il veicolo è stato posto sotto sequestro. La Procura di Salerno ha aperto un fascicolo per omicidio stradale. La salma è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale di Salerno, dove resta a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli esami di rito.

 

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro