IL FUTURO DEL WELFARE PARTE DALLA SUSSIDIARIETÀ –

Un welfare più vicino alle persone, capace di unire pubblico, privato e Terzo settore in una rete solidale e innovativa. È questa la visione emersa dalla presentazione del Rapporto sulla Sussidiarietà, che si è svolta stamani presso la Camera di Commercio di Salerno, in un incontro che ha riunito rappresentanti istituzionali, del mondo accademico e della società civile,  con l’obiettivo di trasformare la sussidiarietà da principio costituzionale a strumento operativo per il benessere delle comunità

A introdurre i lavori è stato Andrea Prete, Presidente di Unioncamere e della Camera di Commercio di Salerno, sottolineando l’importanza della collaborazione tra le diverse anime del territorio per rispondere alle nuove sfide sociali. Nel corso della mattinata sono intervenuti anche Nino Apreda, Presidente dell’UCID Campania, Giuseppe Tripoli, Segretario Generale di Unioncamere, e Monsignor Andrea Bellandi, Arcivescovo Metropolita di Salerno-Campagna-Acerno, ognuno con uno sguardo diverso ma convergente sull’urgenza di riformare il welfare locale e nazionale. A chiudere i lavori è stato il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha evidenziato il ruolo cruciale delle istituzioni regionali nel promuovere politiche sociali efficaci e radicate nel territorio.

Protagonista dell’incontro il Professor Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e docente all’Università di Milano-Bicocca, che ha illustrato i principali contenuti del Rapporto. L’ Europa ha sottolineato nel corso del suo intervento è spesso considerata uno dei luoghi migliori al mondo dove vivere. I suoi sistemi di welfare, l’accesso universale all’assistenza sanitaria e la tutela dei diritti sociali rappresentano tratti distintivi di un modello che ha garantito benessere e sicurezza a milioni di cittadini. Tuttavia, questo modello è oggi messo alla prova da una serie di sfide complesse e interconnesse.

La scarsità delle risorse pubbliche, unita alla fragilità crescente delle reti familiari e sociali, sta rendendo sempre più difficile rispondere in modo efficace ai nuovi e crescenti bisogni di cura e assistenza. Il tessuto sociale si mostra sempre più fragile, soprattutto nei contesti urbani, e si registra una grave carenza di personale qualificato nei settori socio-sanitari.

A tutto questo si aggiungono l’aumento delle disuguaglianze, l’invecchiamento della popolazione e un quadro demografico e sociale in rapido cambiamento, che richiede un ripensamento profondo dei modelli di assistenza e coesione.

In questo scenario, sebbene l’Europa mantenga alti standard di vita, è necessario intervenire con politiche innovative, capaci di rafforzare la resilienza dei sistemi di welfare e di rispondere alle trasformazioni sociali in atto.

Autore dell'articolo: Barbara Albero