NEONATA DI 4 MESI PORTATA VIA DAL PADRE DAL RUGGI, RICERCHE A TAPPETO DELLE FORZE DELL’ORDINE –

Sono impegnati tutti gli uomini in divisa che pattugliano le strade del salernitano nella ricerca della neonata di 4 mesi portata via dall’ospedale Ruggi d’Aragona dal padre senza alcun consenso medico. La piccola  era stata ricoverata all’ospedale “Ruggi d’Aragona” nel corso della notte per un’intossicazione da cocaina ma ieri mattina intorno alle ore 7 il padre un uomo di origini marocchine, trentenne, approfittando del cambio turno nel  reparto di Pediatria è riuscito a guadagnare l’uscita senza che nessuno ostacolasse il suo intento. La piccola, arrivata in ospedale in stato semi-incosciente e con difficoltà respiratorie, era stata trasportata d’urgenza nella notte dai genitori stessi, entrambi di origine marocchina.

Dopo l’intervento tempestivo dei sanitari e l’allerta alla Polizia, erano stati attivati i protocolli per accertare la dinamica dell’intossicazione, che – secondo i medici – non sarebbe riconducibile all’allattamento materno, sia per la scarsa concentrazione di sostanza rinvenuta nelle urine, sia perché la madre ha dichiarato di non allattare la bambina.

Secondo alcune testimonianze, l’uomo che era stato già ascoltato a lungo dopo l’arrivo in pronto soccorso dagli agenti di Polizia di Stato sarebbe stato visto allontanarsi dall’area ospedaliera a bordo di un furgone di colore bianco. Subito è scattato l’allarme: ora pattuglie della Polizia di Stato e dei Carabinieri stanno setacciando l’intera provincia, in particolare la Piana del Sele, zone dove in passato la coppia oggi senza una residenza avrebbe continuato a vivere

La Procura della Repubblica di Salerno ha aperto un’inchiesta. L’obiettivo prioritario resta il ritrovamento della bambina e il suo immediato ritorno in ospedale per le cure necessarie. Piu’ passano le ore, più aumenta la possibilità che la posizione dei genitori rischia di aggravarsi . Ancora da chiarire in che modo la neonata sia venuta a contatto con la cocaina.

Autore dell'articolo: Barbara Albero