VASSALLO, ALLA RICERCA DELLA VERITA’ SU STRADE FANTASMA E OMICIDIO

“Il sequestro da 2,7 milioni di euro a un funzionario della Provincia di Salerno è solo l’inizio. È la conferma che avevamo ragione. È la conferma che Angelo Vassallo non è morto per caso, ma perché aveva toccato un sistema che oggi inizia a crollare. Quel sistema si chiamava ‘Strade Fantasma’. Lo denunciò Angelo per primo, quando nessuno osava parlare”. A ricordarlo sono Dario e Massimo Vassallo Presidente e Vicepresidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore, dopo l’inchiesta che ha coinvolto un ex amministratore pubblico della provincia di Salerno possedeva ville su tre livelli, terreni e una casa sul mare, tutte sproporzionate rispetto al suo stipendio. Eppure, noi lo dicevamo da tempo. Abbiamo urlato nel vuoto, e in quel vuoto molti si sono nascosti. Mentre noi portavamo documenti in Procura e ci costituivamo parte civile nei processi, le istituzioni politiche restavano in silenzio. La Fondazione punta il dito sul Partito Democratico il partito di vassallo. Intanto in merito alle indagini sulla morte del sindaco pescatore ha destato clamore il post social di Fabio Cagnazzo il colonello dei carabinieri che dal suo profilo social ha ribadito la sua totale estraneità ai fatti. A maggio scorso Cagnazzo è stato scarcerato, su decisione del Tribunale del Riesame, dopo circa 6 mesi di detenzione, ma la Procura di Salerno nei confronti dell’ufficiale ed altri indagati ha chiesto il rinvio a giudizio. La verità scrive Cagnazzo è nelle 80 mila pagine di atti che compongono il fascicolo processuale e che non tutti hanno letto, ma conclude continuo ad avere fiducia nella giustizia.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro