FERMATO CON IL TASER, 42ENNE SALERNITANO MUORE IN OSPEDALE

E’ stato colpito all’alba dai dardi del taser, in via Beethoven, alle porte di Reggio Emilia ed è morto poco dopo, nonostante i tentativi di rianimazione dei paramedici del 118, all’ospedale Santa Maria Nuova.

Una morte destinata a suscitare polemiche, com’è successo anche dopo i due decessi di agosto in sole 24 ore, il 16 a Olbia e il 17 a Genova. Con le opposizioni, Avs in testa, che chiedono di sospendere l’uso del taser, considerato invece dal ministro dell’Interno Piantedosi “uno strumento imprescindibile”, come ha ripetuto più volte.

Il Viminale sta lavorando a una gara per acquisire altre 4.780 pistole ad impulsi elettrici per le forze dell’ordine L’uomo si chiamava Claudio Citro, 42 anni, residente a Reggio Emilia e originario di Salerno. Aveva diversi precedenti ed era stato coinvolto negli anni scorsi in un’operazione su fatti di usura ed estorsione.

La Procura di Reggio Emilia sta verificando i tempi e le modalità dell’intervento della pattuglia di polizia che è venuta a contatto con il 42enne. Una dinamica che sarebbe stata abbastanza complessa, in diverse fasi, e si stanno facendo sopralluoghi per ricostruire esattamente come sono andate le cose. Saranno probabilmente disposti esami per verificare se l’uomo avesse assunto alcol o stupefacenti. Al momento, secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, Citro verso le 5.30 si trovava in zona Massenzio, era agitato e avrebbe dato in escandescenze, spingendo così gli agenti ad utilizzare il taser per fermarlo. A nulla sono serviti i tentativi di rianimarlo: l’uomo è morto poco dopo al Santa Maria Nuova.

Compatti i sindacati di polizia e carabinieri nel dare solidarietà all’agente e nel difendere l’uso della pistola elettrica. Il Siulp ha espresso subito “il proprio sostegno e la propria vicinanza al collega che è stato coinvolto nel recente intervento di polizia che ha tragicamente portato alla morte di un giovane” e si dice “fiducioso che l’azione sia stata condotta in pieno rispetto delle procedure e della formazione ricevuta”. Per il Coisp “siamo di fronte a una tragedia, ma non accettiamo – scrive il sindacato – che la polizia venga condannata in piazza prima ancora che si conoscano i fatti”.

Sulla stessa linea i sindacati dei carabinieri: “Il taser non è uno strumento che uccide le persone, anche nel recente caso di Olbia è stato dimostrato in sede di autopsia”, ha sottolineato il Sim Carabinieri. Vicinanza agli agenti anche da parte di Usmia Carabinieri: “In queste ore sono in corso gli accertamenti coordinati dalla Procura e i rilievi della Polizia Scientifica: è dovere di tutti attendere gli esiti ufficiali prima di formulare giudizi”. Attaccano, invece, le opposizioni, con il Partito radicale che invoca una commissione d’inchiesta “per approfondire le ragioni per le quali si è deciso di fornire le forze dell’ordine di uno strumento obsoleto e pericoloso”. Mentre Riccardo Magi (Più Europa) chiede di sospendere l’uso dell’arma ed affidare “ad un ente terzo un monitoraggio sul suo funzionamento”.

Morto dopo l’uso del taser, Siulp: ‘Vicini al collega’
Il Siulp esprime “il proprio sostegno e la propria vicinanza al collega che è stato coinvolto nel recente intervento di polizia che ha tragicamente portato alla morte di un giovane. Siamo fiduciosi che l’azione sia stata condotta in pieno rispetto delle procedure e della formazione ricevuta”.

“Il nostro collega – continua il sindacato – come tutti gli operatori di polizia, affronta quotidianamente situazioni di alto rischio, dove le decisioni devono essere prese in una frazione di secondo per tutelare la sicurezza pubblica e l’incolumità di tutti i soggetti coinvolti”. Inoltre “in questo momento di profondo dolore, il nostro pensiero e la nostra solidarietà vanno anche alla famiglia del giovane deceduto”.

Il sindacato ribadisce il proprio sostegno all’utilizzo del taser come strumento operativo: “Se impiegato correttamente, rappresenta un’alternativa valida rispetto all’uso dell’arma da fuoco in determinate circostanze”. “Confidiamo nel lavoro della magistratura per fare piena luce sull’accaduto e siamo certi che la verità emergerà”, conclude il sindacato reggiano. Anche da parte del Sim Carabinieri c’è vicinanza al poliziotto coinvolto: “Il taser non è uno strumento che uccide le persone, anche nel recente caso di Olbia è stato dimostrato in sede di autopsia. Auspichiamo che non ci sia il classico atto dovuto e si aspetti prima gli esiti medico legali, per poter fare le giuste valutazioni”.

Usmia Carabinieri esprime “vicinanza agli operatori intervenuti e cordoglio per il decesso dell’uomo coinvolto. In queste ore sono in corso gli accertamenti coordinati dalla Procura e i rilievi della Polizia Scientifica: è dovere di tutti attendere gli esiti ufficiali prima di formulare giudizi”, dice il segretario generale Alfonso Montalbano.

Autore dell'articolo: Redazione