FONDERIE, DIFFIDA ALL’ASL DEL COMITATO SALUTE E VITA –

Le associazioni Salute e Vita e Medicina Democratica hanno inviato una PEC congiunta all’ASL di Salerno, in cui denunciano le gravi violazioni ambientali e sanitarie legate alle attività delle Fonderie Pisano. Un atto formale, ma soprattutto un grido d’allarme, che arriva dopo anni di silenzi istituzionali, esposti, sentenze e studi scientifici.

La decisione di inviare una diffida all’azienda sanitaria di Via Nizza e la richiesta di monitoraggio immediato della popolazione era stata annunciata nell’ultima  conferenza stampa dall’avvocato Franco Massimo Lanocita, dal presidente Lorenzo Forte dell’associazione “Salute e Vita”, dal vicepresidente Paolo Fierro dell’associazione “Medicina Democratica” e dall’ingegnere Salvatore Milione.

Nel documento, si chiede all’Azienda Sanitaria un intervento immediato per il monitoraggio della popolazione e per fermare i danni di un’industria che, secondo gli ultimi accertamenti dell’ARPAC, continua ad operare in violazione dell’AIA rilasciata il 20 aprile 2020 e che la produzione continua ad avvenire con l’impiego di forni alimentati a carbon coke, combustibile vietato dall’Unione Europea e già oggetto di verifica da parte della Regione Campania nell’ambito del riesame dell’AIA.

Una mossa che segna un nuovo capitolo nella battaglia per la tutela della salute pubblica nella Valle dell’Irno, già al centro di una storica condanna della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo. Nella richiesta di intervento da parte della ASL in merito alla attività insalubre delle Fonderie Pisano SpA.  il comitato  Salute e Vita ha richiesto all’Asl quali iniziative intenda intraprendere sul territorio al fine di verificare ed eliminare i danni prodotti dall’industria insalubre denominata Fonderie Pisano e se, a differenza del passato intenda assumere una posizione chiara in sede di Conferenza dei Servizi indetta dalla Regione Campania per il riesame dell’AIA rilasciata alle Fonderie Pisano non più adeguata alla luce delle nuove B.A.T. emanate dalla Commissione Europea.

Autore dell'articolo: Barbara Albero