LE FONDERIE VERSO LA CHIUSURA DEFINITIVA. C’E’ L’IPOTESI EBOLI

L’ha definito Incompleto e poco particolareggiato. Il gip del tribunale di Salerno, Stefano Berni Canani, ha così bollato senza mezzi termini il piano industriale con il quale la proprietà delle fonderie Pisano aveva provato ad ottenere il dissequestro dell’impianto di Fratte. Secondo il giudice, il progetto predisposto da Mario Pisano non è quel piano industriale che aveva posto come condizione per acconsentire a una ripresa dell’attività produttiva. La documentazione depositata non basterebbe nemmeno per un via libera a scartamento ridotto, con gli altiforni accessi all’ottanta per cento delle loro possibilità come chiedeva, in via subordinata, l’istanza presentata per l’azienda dall’avvocato Guglielmo Scarlato. Poco dopo le 14 di ieri il giudice per le indagini preliminari, sulla falsariga di quanto già chiesto dalla Procura, ha dunque nuovamente rigettato l’istanza di dissequestro. Ora per le Fonderie e i 120 lavoratori lì impiegati resta soltanto lo spiraglio del Riesame la cui l’udienza è fissata per il 28 novembre. In quella sede i giudici saranno chiamati a confermare o revocare il diniego alla riapertura. E così la Pisano ha passato all’incasso il terzo provvedimento negativo, dopo la conferma del sequestro d’urgenza disposta a luglio e il rigetto di ottobre. Sperando nel Riesame si continua a cercare una sede per la delocalizzazione della fabbrica, un sito alternativo a quello di Campagna, dove il fronte del “no” fa da argine al progetto di trasferimento illustrata al tavolo del Ministero dello sviluppo economico. Nelle ultime ore sta prendendo quota l’ipotesi di Eboli dove si sta discutendo della possibilità non chiudendo con largo anticipo le porte all’ipotesi.

Autore dell'articolo: Marcello Festa