I precedenti al Francioni e quelli in generale della Salernitana e di Sannino in trasferta potrebbero scoraggiare ancor prima di approcciare l’impresa. Eppure, conquistare i tre punti esterni oggi non sembra una missione impossibile per la squadra granata che in terra pontina sarà scortata da cinquecento tifosi che con il loro calore proveranno a trasmetterle coraggio e voglia di osare che non sempre l’hanno accompagnata finora. Un po’ troppo spesso a metà del guado, affascinata dall’idea di rischiare ma bloccata dalla paura di scoprirsi, la squadra di Sannino non ha ancora espresso tutto il suo potenziale. Il peccato più grande, forse, sta proprio nell’aver quasi soffocato la vocazione offensiva di una squadra che, sulla carta, è a trazione anteriore, specie ora che il tecnico dà l’impressione di aver scelto di proseguire su una traccia ben precisa schierando due esterni di spinta, un trequartista e due punte. Il nodo sta, però, tutto nella mentalità con cui si va in campo. Non basta schierare molti giocatori con caratteristiche offensive per potersi dire coraggiosi o spregiudicati. Occorre esserlo realmente, dimostrando di avere la voglia, la personalità e la qualità necessarie per essere padroni del campo. Avesse un regista puro ed un difensore centrale di grande spessore, questa Salernitana non sarebbe tanto inferiore a squadre che la sopravanzano in classifica e che hanno un bottino, almeno finora, più pingue. Gli errori estivi sono noti, quelli di Sannino anche. Il tecnico rischiato grosso domenica scorsa con la prima mezz’ora da incubo contro la Ternana, propiziata anche dalla confusione tattica figlia di continui cambi di modulo e posizioni in campo. Ne è venuto fuori, anche grazie a qualche episodio che, finalmente, è stato positivo per la sua squadra, ed ora deve cavalcare l’onda. Allungandola con prestazioni e risultati, figli di un atteggiamento che sia più sicuro e riconoscibile, dando, quindi, alla squadra quell’impronta che si era intravista in avvio di stagione e che si è poi oscurata dietro il paravento rappresentato da Rosina, l’uomo in più che a causa di una gestione non sempre ispirata ha rischiato di diventare un di più. Per quanto concepita senza troppa logica, la linea offensiva della Salernitana ha elementi di indubbio valore. Coda è in gran forma, Donnarumma sta cercando quel gol che gli manca dalla gara di Ferrara ma che avrebbe meritato nelle ultime tre partite in cui arbitri e sfortuna sono stati avversari quasi più insuperabili dei portieri che si è trovato dinanzi. I due gemelli del gol granata, diversi per caratteristiche tecniche e fisiche, vogliono dimostrare che in coppia sono la vera forza di questa squadra cui Rosina deve dare esperienza e qualità, seguendo, forse, anche un po’ più di quanto finora fatto l’istinto. E’ vero che il Latina non ha mai perso in casa, ma è anche vero che ha subito 19 gol ed è tra le peggiori difese del campionato. La Salernitana ha un potenziale offensivo di prim’ordine e, se saprà esaltarlo assicurandogli rifornimenti costanti, potrà mettere in difficoltà i pontini. La carica dei tifosi, poi, sarà la classica arma in più, quell’infusione di coraggio, si spera, che possa servire per chiudere il cerchio, sfatare il tabù esterno e trovare quella vittoria che saprebbe tanto di svolta. In fondo, basta crederci.
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