Stop ai vitalizi in Campania. Lo ha ribadito il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, commentando le polemiche per la norma dei vitalizi per i consiglieri regionali. Nella riunione del Consiglio regionale eliminato completamento il bonus per dimostrare che in Regione – ha dichiarato il governatore – non si tollera l’ombra della casta. “Il problema – ha aggiunto – è che bisogna versare i contributi per i consiglieri, questo significherebbe parlare di cose concrete, ma in Italia non è così”. L’impegno assunto dal presidente della Giunta Regionale giunge a margine di una giornata difficile caratterizzata dal blitz dei Militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza nella sede della Regione Campania con l’ordine di acquisire l’elenco dei sindaci che parteciparono all’incontro con il governatore Vincenzo De Luca durante la campagna per il sì alla riforma, vicenda che ha determinato nei giorni scorsi l’apertura di una inchiesta. L’incontro è quello ormai noto con oltre 300 sindaci della Campania all’Hotel Ramada, nei pressi della stazione centrale, incontro durante il quale De Luca invitò con un linguaggio colorito ad impegnarsi attivamente per il voto. Per le espressioni utilizzate nel corso dell’incontro, la celeberrima frase – ormai cult – “offrite una frittura di pesce” De Luca è stato iscritto nei giorni scorsi nel registro degli indagati della procura partenopea per l’ipotesi di induzione al voto di scambio. La Finanza ieri ha eseguito il provvedimento firmato dal pm Stefania Buda, titolare dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Gli inquirenti intendono individuare i sindaci che parteciparono all’incontro per poter poi eventualmente verificare se vi siano state promesse e pressioni per convincerli a impegnarsi nella campagna referendaria per il sì. A quanto si è appreso, il blitz dei finanzieri è stato infruttuoso: negli uffici della Regione non era custodito infatti alcun elenco. Per tale motivo il pm ha ascoltato, in qualità di persone informate dei fatti, quattro esponenti dello staff del governatore. In un primo momento il fascicolo – contenente anche una denuncia presentata dal consigliere regionale del M5s Valeria Ciarambino – era stato registrato al modello 45, dove confluiscono le notizie di fatti non costituenti reato. Lo stesso De Luca, intervenendo sulle polemiche che l’audio aveva suscitato in ambienti politici, aveva parlato di ”reato di battuta”, escludendo pertanto ogni ipotesi di illecito e evidenziando soprattutto il clima ridanciano in cui aveva rivolto il suo appello al voto. In seguito, però, il fascicolo è stato trasmesso al cosiddetto modello 21, con l’iscrizione di De Luca nel registro degli indagati: un passaggio tecnico – spiegarono gli inquirenti – necessario per poter procedere all’interrogatorio di alcuni testimoni. ”Blitz e contro blitz non mi fanno né caldo né freddo” ha commentato ancora De Luca.
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