I gol di Coda e Donnarumma, tanti, hanno permesso alla Salernitana di guadagnare, per due stagioni consecutive, la permanenza in cadetteria. Tanti gol che hanno, in qualche misura, nascosto tutti gli altri problemi strutturali e fatto tirare un sospiro di sollievo a proprietà, management e tifoseria. E se nella prima stagione, alla voracità di Coda (17 centri), esplosa soprattutto nel girone di ritorno, si era accompagnata la buona vena realizzativa di Alfredo Donnarumma (13 reti), l’anno passato alla consacrazione di Coda (16 reti) si è aggiunta la discreta puntualità di Rosina (7 gol) che ha compensato il calo dell’attaccante di Torre Annunziata (6 centri) ora protagonista all’Empoli. E siccome è la “somma che fa il totale”, la Salernitana ha potuto contare, nelle sue due stagioni cadette, su una dote realizzativa, da parte del suo reparto offensivo, abbastanza cospicua: 30 nel primo anno (Coda-Donnarumma), 29 nel secondo (Coda-Donnarumma-Rosina nda). Il dato assume ancora maggiore rilevanza in considerazione del fatto che nelle due stagioni trascorse i granata, al netto dei gol dei suoi “avanti”, non ha mai potuto contare su altre bocche di fuoco, (centrocampisti sempre piuttosto allergici alla zona gol, difensori asfittici), il che, in termini di impatto sul risultato finale conquistato, assume ancora maggior peso: senza i gol dei suoi prolifici attaccanti la Salernitana non avrebbe mai centrato il risultato pianificato! Proprio, partendo dall’analisi di quanto successo nelle due stagioni trascorse, trova così una sua chiara e precisa spiegazione il pensiero espresso da Bollini prima ancora che il campionato cominciasse, pensiero espresso in maniera vigorosa dal tecnico ma che sta pesantemente condizionando la sua quotidianità, avendo minato fin da subito il rapporto fiduciario tra lui, il management e la proprietà. Bollini, all’epoca, parlò di “eredità pesante lasciata da Coda e Donnarumma” che la Salernitana aveva perso durante l’estate. Numeri alla mano, il tecnico mantovano disse chiaramente, senza molti giri di parole, che la sua squadra aveva perso un importante bottino di gol e che bisognava lavorare affinchè i successori risultassero all’altezza. All’epoca dei fatti il trainer aveva in organico Bocalon e Rossi, Rosina non si era ancora fermato e il mercato, da cui sarebbe poi arrivato Rodriguez, era ancora aperto….. Dopo cinque partite i numeri raccontano di una difficoltà abbastanza certificata da parte degli attaccanti granata a trovare la via del gol: Bocalon ha centrato la rete avversaria in due occasioni (partita contro la Ternana), Rossi e Rodriguez sono ancora all’asciutto, Rosina non è mai stato impiegato perchè fermo ai box…Per il momento i fatti non lo stanno smentendo.
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