Un derby è come un esame: non arriva mai troppo presto o troppo tardi, arriva e basta, ragion per cui bisogna superare la prova senza alibi e giustificazioni. Che, purtroppo o per fortuna, non reggono e non servono. C’è il campo ed è su quel rettangolo verde che si può parlare, con i fatti, dimostrando, in sostanza, di che pasta si sia composti al proprio interno. Non solo nel derby, ovviamente, ma, di certo, questa del Partenio è una partita che per i tifosi vale tanto. Specie per quelli granata, condannati a non poter sognare da una programmazione tendente ad assicurare nulla più che un galleggiare nel ventre della classifica, e, quindi, a maggior ragione desiderosi di togliersi almeno qualche sporadica soddisfazione. E la partita del Partenio rappresenta una delle poche occasioni in cui anche chi sa di non poter sognare prova a farsi beffe di tale divieto e, al fischio dell’arbitro, si sorprende a sognare, perchè i derby non si giocano ma si vincono. Ed allora anche i tifosi granata vogliono vincere ad Avellino, dove la Salernitana non conquista i tre punti dal 1994, e poi pazienza se neanche un eventuale successo in terra irpina servirà ad alimentare sogni di gloria. Di certo, servirebbe eccome a dare ossigeno ad una classifica che, dopo la vittoria del Novara sul Frosinone nel posticipo dello scorso turno, e la vittoria del Foggia sul Perugia, nell’anticipo di quello che si disputerà in questo fine settimana, assomiglia sempre più ad una giungla in cui dietro ogni pianta può spuntare un nemico, un’insidia. E nella giungla devi sapertela cavare da te, senza illuderti che qualcuno ti dia una mano. Se ai tifosi granata è stata tolta la facoltà di sognare, la Salernitana, intesa come società, come staff tecnico e come squadra, farebbe bene a non illudersi perchè è vero che il campionato è lungo, ma la classifica è maledettamente corta ed i punti persi, quelle mezze occasioni lasciate all’angolo della strada come spiccioli caduti dalle tasche, non tornano indietro ed alla fine fanno la somma. Ecco perchè il derby è un esame, come e più di altre partite, e non conteranno le parole, ma solo i fatti. Lotito ha parlato dopo la gara con l’Ascoli, Fabiani e Mezzaroma nei giorni successivi. Chissà se a Bollini ed alla squadra saranno fischiate le orecchie. Di sicuro, in questa giungla c’è poco da star sereni. Meglio fare punti, sempre e comunque, con questo o quel modulo poco importa. Conta solo il voto, conta solo superare l’esame. Poi ce ne sarà un altro ancora, ma, intanto, conta arrivarci e, dunque, sarà indispensabile superare quello del Partenio.
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